Mac Mahon, uno studio di Agraria già dal 2008: alberi nati sul cemento e "pericolanti"
I 180 olmi di via Mac Mahon sarebbero un problema di sicurezza, secondo un dossier della Facoltà di Agraria della Statale di Milano: "le radici non hanno spazio, alberi piantati circa 80 anni fa su un solettone di cemento". A rischio sia le piante che la tenuta delle rotaie del tram 12 - da Corriere.it del 28.04.2013
29 April, 2013
di Armando Stella
Trenta centimetri di scavo, poco più d'una buca nel fango, fine delle ricerche, oltre non si scende. Cemento. Il paesaggio rigoglioso di via Mac Mahon è un'illusione ottica e un refuso storico: «Gli olmi sono cresciuti su una piattaforma impermeabile; sono deboli; instabili; rischiano di crollare». Bisogna sforzarsi d'immaginare la strada in sezione, come una torta a strati. L'aiuola, i filari e i binari del tram sono appoggiati su un «solettone», un corridoio murario, un sottopavimento che da piazza Diocleziano si allunga in via Mac Mahon per quasi un chilometro e mezzo. Le radici degli alberi non sono libere di espandersi nel sottosuolo, devono accontentarsi di 25-30 centimetri di terriccio e arrivate al fondo sbattono, si torcono e riaffiorano come varici in superficie.
Lo certifica un'indagine condotta per Atm da un'équipe della Facoltà di Agraria della Statale ed è sulla base di questo report che il Comune ha deciso di tagliare col passato. Gli olmi sono pericolanti. Saranno abbattuti e ripiantumati. I dirigenti Atm di lungo corso sostengono che «l'intervento di messa in sicurezza della massicciata è irrinunciabile e non più procrastinabile». Per due ragioni. La prima: «Le radici degli alberi ostacolano e rendono insicure le corse del tram 12». La seconda: «L'eliminazione del solettone di cemento è comunque indispensabile per favorire una crescita sana delle specie arboree».
E non da oggi. Il «dossier Mac Mahon» venne sottoposto alla giunta dell'ex sindaco Moratti nel 2008 e da allora è stato di volta in volta rinviato: troppo costoso e invasivo, la gente non capirebbe. Soluzione tampone: l'Atm ha istruito i macchinisti e rallentato la marcia dei Carrelli («A passo d'uomo»), ma l'ordine di servizio non ha cancellato gli ostacoli sul percorso né ha ridimensionato l'allarme. A gennaio la dirigenza Atm ha ribadito al sindaco Pisapia l'urgenza del piano di riqualificazione e ottenuto un sostanziale via libera. Il Comune ha ripreso il progetto, l'ha alleggerito (in tecniche e costi) e l'ha presentato il 15 aprile al Consiglio di Zona 8.
Le reazioni, prevedibili: protestano i residenti («No allo scempio»), s'inalberano gli ambientalisti («Prima di arrivare all'incredibile recisione di 170 alberi, robusti e rigogliosi, si dovrebbero tentare diverse soluzioni alternative»), partono raccolte di firme e inviti alla mobilitazione per fermare la strage degli olmi. Non è sempre stata così, la via Mac Mahon. All'alba del Novecento, quando venne edificato il quartiere, gli alberi adornavano i marciapiedi davanti ai palazzi; vennero spostati e ricollocati al centro della strada solo negli anni Venti-Trenta, quando il municipio e l'azienda di trasporti realizzarono il tracciato tramviario. Il tappeto di cemento c'era già allora, grezzo e ingombrante, venne semplicemente nascosto dalla terra e coperto dai filari. L'hanno riscoperto gli agronomi della Statale nel 2008, durante la campagna di ottanta carotaggi commissionata da Atm. La prima e unica ricerca scientifica sulla «precaria condizione» degli olmi.