Acqua / A Firenze la prima uscita di Erasmo D'Angelis
Il neo-sottosegretario alle Infrastrutture lancia l'emergenza depurazione "Rischiamo una brutta figura davanti al mondo, come per i rifiuti". Nella città toscana riuniti gestori, Ato, enti locali, banche e fondi nazionale ed europei. Promosso con riserva il nuovo metodo tariffario dell'Autorità. Presentata l'indagine Federutility sugli invetsimenti nel settore
14 May, 2013
Il capoluogo toscano ha ospitato oggi un importante appuntamento per il mondo che ruota attorno alle risorse idriche. Due le star della giornata: Erasmo D'Angelis, da pochi giorni nominato sottosegretario alle Infrastrutture e per anni presidente di Publiacque, società del servizio idrico della provincia di Firenze, e l'indagine di Federutility sulle 34 principali società del servizio idrico.
A Firenze si è dato appuntamento il mondo delle società che si occupano di acqua, oltre a numerosi rappresentanti di enti locali, di ambiti territoriali di tutta la penisola e dei rappresentanti di banche e fondi, nazionali ed europei.
Il neo-sottogretario, per anni presidente di Legambiente Toscana, ha messo in guardia gli operatori dei rischi che il nostro Paese corre: "Da fine giugno lo stato dovrà far fronte a centinaia di milioni di euro di sanzioni dall'Unione europea sul tema della depurazione, multe che andranno da 20 mila a 700 mila euro al giorno. Dobbiamo evitare questa figuraccia mondiale, paragonabile a quella dei rifiuti a Napoli. Due italiani su dieci non sono ancora collegati a una fognatura e tre su dieci non sono collegati a un depuratore. L'acqua è un bene comune e universale, quindi non può più essere rimosso dalle politiche economiche nazionali".
E’ il fronte della depurazione, infatti, quello che desta maggiore allarme, a causa della condanna da parte della Corte di giustizia della Ue per il mancato trattamento dei reflui urbani. Le sanzioni previste possono arrivare a 714.240 euro al giorno, a una multa secca in base al Pil (che per l’Italia potrebbe essere di 9.902.000 euro) e, addirittura, alla sospensione dei finanziamenti europei.
È proprio per scongiurare il rischio delle sanzioni che Federutility, l'associazione che raggruppa le società pubbliche e private dei settori gas, energia, acqua e ambiente, chiede al nuovo governo che nei piani di programmazione pluriennali e nei documenti economici si inserisca la proporzione tra tasse, trasferimenti e tariffe nella copertura degli investimenti del servizio idrico. Federutility propone l'introduzione del metodo europeo (Eureau), metodo che prevede la copertura dei costi dei servizi pubblici attraverso le tasse (indipendentemente dal consumo idrico e dalla composizione del nucleo tariffario), i trasferimenti (dall’Ue, dallo stato e dagli enti territoriali, con condizioni di erogazione per area e caratteristiche progettuali) o le tariffe (direttamente collegate al consumo e al servizio reso, in quanto corrispettivo).
“Per far fronte agli investimenti del settore idrico, oltre 65 miliardi nei prossimi 30 anni - ha affermato Adolfo Spaziani, direttore generale di Federutility - il governo scelga come finanziare le opere: tasse, trasferimenti o tariffe”.
Al convegno è stato presentato il dossier di Federutility sugli investimenti previsti per i prossimi anni, in particolare quelli direttamente connessi con la tutele della risorsa idrica e dell’ambiente.
Il dossier si basa sulla ricognizione dei 34 maggiori gestori idrici. L'indagine mostra che l’ammontare complessivo degli investimenti che possono essere messi immediatamente in cantiere è di 4.569.145.981 euro: 1.803.066.106 euro per le aziende del Nord Italia (corrispondente al 39% del totale); 938.403.211 euro per quelle del Centro Italia (21%); 1.827.676.644 euro per le reestanti del Sud Italia (40%). L'associazione ha stimato anche il numero degli interventi realizzabili con tali risorse. Si tratta di 628 cantieri: 74 nel Nord Italia (12 % del totale); 160 nel Centro Italia (25 %); 394 nel Sud Italia (63 %). La maggior parte degli investimenti previsti sono concentrati nella manutenzione e nella costruzione di nuovi impianti di fognatura e depurazione, soprattutto nel Mezzogiorno.
Nella città del sindaco Renzi si è parlato anche di instabilità normativa, dell'impossibilità di garantire i 4,5 miliardi di euro l'anno necessari, di altre realtà internazionali e dei possibili effetti del nuovo metodo tariffario. Con D'Angelis ne hanno discusso Guido Bortoni, presidente dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas, Bernardo Bini Smaghi, della Cassa depositi e prestiti, Corrado Santini, del fondo F2i, Lars Anwandter, della Bei, e Adolfo Spaziani, direttore generale di Federutility.