Sacchetti, Assoecopalst: da UE il rinvio delle sanzioni
L'associazione commenta la notizia del parere dettagliato inviato dalla Gran Bretagna in opposizione al decreto italiano che mette al bando i sacchetti di plastica non biodegradabili
23 May, 2013
Il 17 maggio 2013, la Gran Bretagna ha formalmente depositato presso la Commissione Europea una sua opposizione alla legge italiana sugli “shoppers” (n. 28 del 2012).
Ciò comporta che la Commissione Europea avrà tempo fino al 13 settembre per dare il suo parere, ma, cosa ancora più importante, che questo parere non potrà ignorare l’opposizione della Gran Bretagna, così come quelle presentate indipendentemente da ASSOECOPLAST, l’associazione che riunisce i produttori di sacchetti biodegradabili, e dalla Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa (CNA).
Il cosiddetto Decreto Ambiente di marzo 2012 prevede che le sanzioni per i sacchetti diversi da quelli prodotti con la plastica compostabile (amido di mais) si applicano a partire dall’entrata in vigore del Decreto Ministeriale (febbraio 2013). Il 17 maggio 2013, dunque, l’iter del Decreto Ministeriale è stato bruscamente interrotto dalla Commissione Europea che ne doveva valutare la compatibilità con la normativa europea in materia di imballaggi. Pertanto, diversamente a quanto è stato diffuso negli ultimi giorni, nessuna sanzione potrà essere comminata nel breve periodo. A questo punto, un parere incondizionatamente positivo della Commissione sulla legge 28 appare quanto mai improbabile.
Nel merito, l’opposizione inglese ribadisce il fatto che il decreto notificato dagli ex ministri Clini e Passera non modifica la sostanza della legge 28, che risulta essere in violazione delle Direttive Europee sulla libera circolazione delle merci, sulla libera concorrenza e sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggi, come è anche già stato notificato all’Italia dalla Commissione stessa. In particolare l’imposizione della compostabilità secondo la norma UNI EN 13432 e di spessori elevatissimi per i sacchi in plastica convenzionale-riciclata contravviene palesemente i principi che sono alla base della direttiva 94/62.
La Gran Bretagna, inoltre, sottolinea come non sia stata mai presentata alcuna accurata analisi della legge che metta in relazione i costi - nel senso generale del termine, che consiste nel valutare l’impatto ambientale, ma anche quello economico e sociale – con i supposti benefici.
Il Presidente di ASSOECOPLAST Claudio Maestrini commenta: “Si tratta di argomenti che ASSOECOPLAST ha portato all’attenzione del Parlamento e dei Ministeri competenti ripetutamente e dispiace che sia un atto formale di un paese straniero a ricordare all’Italia quello che è stato evidente da subito. Tutto ciò rappresenta l’ennisima bocciatura dell’ostinazione da parte dell’ex Ministero Clini nel voler proseguire una strada chiaramente impercorribile perchè contraria alle normative europee”. Secondo Maestrini inoltre, “con la legge 28 l’Italia non si è posta all’avanguardia di una “rivoluzione verde”, come qualcuno vuole fare credere ai cittadini ed ai consumatori, ma ha semplicemente fatto un errore, nel tentativo maldestro di dare un vantaggio indebito alla cosiddetta bioplastica, i cui reali benefici per l’ambiente e l’economia richiederebbero una più attenta e serena valutazione”.
“L’economia verde non deve essere monopolio di pochi, ma deve ammettere il coinvolgimento di tecnologie diverse e tra loro complementari” conclude Maestrini. Il concetto, peraltro, è stato ribadito da Antonio Catricalà che, nella sua veste di presidente dell’Autorità Antitrust, ha affermato l’imposizione della norma tecnica UNI EN 13432 danneggia lo sviluppo di tecnologie concorrenti, ma altrettanto valide (ICA_s opinion 15/09/2011 – AS874).
Pertanto ASSOECOPLAST, anche alla luce dei recenti sviluppi, riporterà la questione all’attenzione dei Ministri Orlando e Zanonato e delle Commissioni Parlamentari competenti, nella speranza che questa sfortunata vicenda degli “shoppers” giunga finalmente ad una conclusione vantaggiosa per l’ambiente, per i cittadini e per tutte le aziende italiane sinceramente interessate allo sviluppo sostenibile del nostro paese, nessuna esclusa.