Il “menù degli sprechi” è servito Tremila a pranzo in piazza Vittorio
Un maxi banchetto preparato con il cibo che stava per scadere e sarebbe stato buttato - da La Stampa del 03.06.2013
03 June, 2013
Antonella Mariotti
Berretti rossi per proteggersi dal sole. Cappellini di carta come i muratori di una volta. Sandali e tanta pazienza. Il popolo di «Eating City» si è presentato ieri mattina alle 11 in piazza Vittorio in cinque file ordinate, che alla fine hanno contato quasi tremila pasti, per mangiare il menù «degli sprechi».
«Noi veniamo da Settimo, facciamo la raccolta differenziata e a casa nostra non si spreca sa. Non abbiamo mai sprecato». Vincenzina 65 anni è in coda con un’amica di qualche anno più giovane pronte per caponata, tortino di patate e carote, un bicchiere di vino rosso a chilometro zero e un bicchiere «d’acqua del sindaco». Maria Laura Audello che di anni ne ha 51 è in piazza perché sua figlia fa parte dell’associazione Acmos, una delle tante che ha fatto da supporto alla gestione di questo mega pranzo: «Noi abbiamo anche l’orto - dice Maria Laura guardano il marito poco distante ricicliamo e facciamo da anni la differenziata».
Il bilancio Alla fine della giornata si contano sei quintali di materie prime, 2.800 persone servite, 80 volontari per la distribuzione, il pane in regalo da GrisItalia e il vino della Coldiretti. «Sono proprio orgogliosa del mio paese. Oggi accompagno una delegazione di coreani e irlandesi, ho detto loro della festa della Repubblica. E li ho portati qui». Elena ha 31 e da sei vive a Dublino, ieri era a pranzo con altre cinque persone, tutti stranieri che seguono un seminario in città. «Guardi che noi non abbiamo paura della crisi sa. Perché non abbiamo mai sprecato e continuiamo a non farlo». Silvia, 62 anni, è arrivata da Orbassano con il marito: «Il tortino è molto buono, devo chiedere la ricetta» dice ridendo: «Anche se non una brava cuoca e recupero tutto, non spreco nulla».
«Siamo appassionati di “pasta madre” - dicono Francesco 42 anni e Luca di 36 -, ci piacerebbe anche fare l’orto, ci abbiamo provato sul terrazzo ma senza successo. Però facciamo da tempo la differenziata. Questa giornata speriamo sia di insegnamento per i ragazzi».
Sul palco All’una il sole picchia duro sul palco dove Patrizio Roversi invita i responsabili delle associazioni come Maurizio Mariani di Risteco, dal quale è partita l’organizzazione del grande pranzo e Andrea Segrè, professore a Bologna e ideatore di Last Minute Market, e ora anche dell’Osservatorio contro gli sprechi: «Il cibo sprecato vale 1,2 del pil nel nostro paese. Non sprecare dovrebbe essere un comandamento laico». Dopo le parole di Segrè il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando che ha parlato di consumo di suolo e di «delitti ambientali». Poi don Luigi Ciotti «inossidabile con il suo golfino blu» ha detto Roversi, con una temperatura finalmente estiva. Don Ciotti (tra i volontari che aiutavano ai tavoli molti i ragazzi di Libera) ha parlato di Costituzione, del secondo articolo: «La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo». «Serve meno solidarietà e più diritti - ha tuonato dal palco il don anti-mafia -. La politica deve essere in grado di ridare dignità alle persone. In questa nostra epoca c’è lo spreco del cibo è vero ma c’è anche lo spreco della vita, spreco di beni materiali e immateriali. Ci sono persone che hanno tutto ma non il senso vero della vita». Insieme a Roversi anche il direttore di Cinemambiente Gaetano Capizzi e «un’apparizione» di Bill Pullman che con il suo «Cacciatori di frutta» ha aperto il Festival Green torinese. «Una cosa che mi sconcerta è che al mondo c’è tanta gente, e tra loro tanti giovani e bambini, che non hanno mai gustato certi frutti così saporiti e dal gusto quasi sensuale». Alla fine si sono fatte le tre del pomeriggio i bidoni di rifiuti, solo stoviglie di mais, sono pieni: tutto biodegradabile che si trasformerà in compost.