"Il Progetto di sorveglianza sanitaria della popolazione una costosissima foglia di fico!"
"Il Progetto di sorveglianza sanitaria della popolazione residente nelle vicinanze dell'inceneritore del Gerbido: una costosissima foglia di fico per chi ha voluto un'opera che oggi non sa più giustificare!". On line il comunicato stampa del Coordinamento No Inceneritore Rifiuti Zero Torino del 06.06.2013
06 June, 2013
I responsabili del Progetto di sorveglianza sanitaria della popolazione residente nelle vicinanze dell'inceneritore del Gerbido in occasione del Comitato Locale di Controllo del 29 maggio 2013 hanno spiegato che lo studio è in grado di accertare aumenti dell'accumulo di diossine e PCB di
grandezza superiore al 20%.
In occasione della Conferenza stampa presso la Provincia di Torino del 5 giugno 2013 hanno affermato che gli aumenti di assorbimento di diossine e PCB sono documentabili con significatività statistica, solo se superiori al 30%.
Siamo abituati a ben altre contraddizioni e in realtà fa poca differenza, perché contrariamente a quanto qualcuno ha tentato di dare per sottointeso, un aumento dell'assorbimento di diossine, PCB e metalli pesanti anche inferiore al 20% è un fatto assolutamente rilevante, soprattutto perché non esiste una soglia al di sotto della quale tali sostanze non producono effetti dannosi alla salute. Non ci risulta tra l’altro che nessun medico coinvolto nel progetto abbia fatto affermazioni di questo genere.
Oggi viene avviato uno studio che costerà oltre 2 milioni di euro e che con ogni evidenza non accerterà aumenti dell'assorbimento di diossine e PCB, semplicemente perché se si cerca un atomo con una lente di ingrandimento non lo si trova.
Non ci tranquillizza che gran parte della spesa sia a carico di TRM, perché questo significa che i costi saranno pagati dai cittadini con la bolletta dei rifiuti, gli Amministratori locali di Torino e cintura
provano così ad aggiungere al danno, la beffa di costruirsi una foglia di fico a spese dei cittadini!
Oggi, in relazione al Progetto di sorveglianza sanitaria della popolazione residente nelle vicinanze dell'inceneritore del Gerbido il Presidente Saitta ha affermato che "nel caso venissero rilevati dei
problemi si interrompe l'attività dell'inceneritore".
I tifosi dell'inceneritore si possono comunque tranquillizzare. E' ben noto che la principale via di assorbimento di diossine e PCB è la via alimentare e che oggi l'alimentazione non è correlata alla zona di residenza. Diffonderanno diossine e PCB nell'ambiente e nella catena alimentare, ma non riusciranno a superare il 20% di aumento dell'assorbimento da parte dell'organismo umano in soli 3 anni! O quantomeno non si riuscirà a documentare l'aumento visto anche
l'effetto dell'alimentazione.
Sono passati quindici anni da quando si è scelto di costruire l'inceneritore al Gerbido. Dal 1998 sono stati spesi a piene mani soldi pubblici, a partire dal progetto "Non rifiutarti di scegliere" in cui
si è registrata un'ostinata chiusura ad ogni richiesta di discutere una politica dei rifiuti. Le Amministrazioni Locali hanno scelto di percorrere la via dell'allarmismo ("le discariche stanno per
scoppiare") ed hanno rifiutato di discutere su come affrontare il tema dei rifiuti.
In questi quindici anni un Paese, anche non particolarmente "avanzato" può progettare e mettere in atto una politica per la riduzione e la gestione dei rifiuti e può cominciare a trarne significativi benefici nel 2002 la città di San Francisco ha lanciato il progetto Rifiuti Zero entro il 2020 ed il Golden Gate non ci risulta affacciarsi su un mare di spazzatura.
Chi continua ad essere acriticamente favorevole all'incenerimento dei rifiuti deve assumersi le proprie responsabilità ed evitare di sprecare soldi dei cittadini in operazioni di facciata. Si effettuino i controlli sulle emissioni previsti dalla vigente normativa. E poi: si operi per raggiungere una maggiore tempestività dei risultati delle analisi per diossine e PCB sulle emissioni;
Si usino i 2 milioni di euro del progetto di sorveglianza sanitaria non per azioni che misurano l'esposizione, ma per azioni che la riducano. Per esempio si aumentino i controlli sui rifiuti in entrata per evitare ulteriori emissioni "accidentali" ed "impreviste" dovute alla combustione di rifiuti che non devono entrare in un inceneritore;
Si trovino immediatamente fondi per promuovere le "buone pratiche" per la gestione dei rifiuti. Per il resto le strade di chi si occupa di inquinamento per promuovere affari e quelle di chi opera per la tutela dell'ambiente e della salute non trovano punti di incontro.