Pecore nei parchi torinesi, l’assessore Lavolta: "Adesso anche Parigi ci copia"
È da sette anni, ormai, che Torino utilizza greggi di pecore al pascolo per la manutenzione di alcune superfici verdi. Un'iniziativa nata in via sperimentale nel 2007, prima esperienza del genere in Italia, con l'idea di coniugare il rispetto per l'ambiente e il risparmio economico - da NuovaSocietà.it del 19.06.2013
20 June, 2013
Bruno Casula
Stanno lasciando la città per tornare sugli alpeggi, ma il loro è solo un arrivederci. Le 660 pecore che in primavera hanno pascolato nei parchi pubblici di Torino torneranno sotto la Mole a fine estate, una volta che sarà finito il caldo più opprimente. Intanto, anche quest'anno, il loro lavoro di mantenimento del verde pubblico l'hanno fatto alla grande: sfalcio dell'erba, contenimento delle malerbe e concimazione del terreno di alcuni dei principali parchi cittadini, ovvero parco della Colletta, parco della Confluenza, parco Piemonte a Mirafiori Sud e parco del Meisino, sulla confluenza Po-Stura.
È da sette anni, ormai, che Torino utilizza greggi di pecore al pascolo per la manutenzione di alcune superfici verdi. Un'iniziativa nata in via sperimentale nel 2007, prima esperienza del genere in Italia, con l'idea di coniugare il rispetto per l'ambiente e il risparmio economico. In realtà la primissima volta che le pecore pascolarono nel capoluogo piemontese fu nel 2000, per volere dell'allora assessore all'Ambiente del Comune di Torino, Paolo Hutter, che ne portò alcune a brucare l'erba davanti alle Porte Palatine, sempre con lo stesso spirito a metà tra l'ecologia e l'attenzione ai bilanci. Sostituendosi alle macchine, infatti, le pecore evitano la produzione di Co2. Non solo quella emessa nel momento specifico del taglio dell'erba, ma anche in quello successivo del trasporto in discarica. Le ricadute sul piano economico sono tutt'altro che trascurabili: come spiegano dalla divisione del verde pubblico dell'assessorato all'Ambiente di Palazzo Civico, quest'anno si calcola che solo per il parco della Colletta e del Meisino le casse della città abbiano risparmiato circa 20mila euro. «Anche questa primavera l'esperienza è stata soddisfacente, sia dal punto di vista ambientale che da quello economico – dicono dagli uffici della divisione – Il maltempo e le piogge degli ultimi mesi avevano fatto crescere notevolmente l'erba, se per tagliarla ci fossimo serviti del lavoro delle ditte specializzate avremmo speso molto di più».
Soddisfatto anche l'assessore all'Ambiente Enzo Lavolta, il quale oltre a confermare che le pecore pascoleranno nei parchi torinesi anche nei prossimi anni, rivela che Parigi ha avviato un'esperienza simile, acquistando delle pecore della Bretagna per la manutenzione dei prati cittadini. Nel sottolineare l'impegno dell'amministrazione verso il verde pubblico, Lavolta ci tiene a spiegare che le pecore non sono l'unica pratica ecologica messa in atto dalla città: «Nel ciclo intorno alla gestione del verde cittadino nulla è lasciato al caso – dice l'assessore – Un'altra pratica virtuosa è ad esempio quella della fienagione, ovvero la raccolta dell'erba e delle piante che diventa foraggio per gli animali, compost o comunque materiale ad uso agricolo. Per farla è necessario lasciare crescere l'erba più del solito, per cui le zone verdi della città in cui è molto alta non sono zone trascurate, ma semplicemente in attesa di essere sfalciate in previsione della fienagione».