“Cena in bianco” per 8 mila, e i rifiuti si portano a casa
Sabato 22 giugno è andata in scena alla Villa della Tesoriera la seconda edizione della “Cena in bianco”, flash mob a cui hanno aderito quasi 8 mila persone portandosi tavoli, stoviglie e cibo da casa. Tra gli obblighi per i partecipanti, oltre all'usare solo abiti e accessori bianchi, quello di riportarsi a casa tutti i rifiuti; vietati carta, plastica e lattine
24 June, 2013
Alla fine sono stati quasi 8 mila i partecipanti alla seconda edizione della “Cena in bianco”, il grande banchetto autorganizzato che si è svolto sabato 22 giugno alla Villa della Tesoriera. Un pubblico più che triplicato rispetto al lancio dell'iniziativa l'anno scorso in piazza Castello, dove si erano ritrovati in 2500. Quest'anno le iscrizioni hanno raggiunto la quota di 7627, ma le adesioni sono state molto più numerose, con persone in coda per isolati, dato che ci si poteva anche aggiungere all'ultimo momento.
La partecipazione al flash mob era gratuita, rispettando una serie di indicazioni precise. Innanzitutto il dress code: tutto in bianco, vestiti, accessori personali e apparecchiamento della tavola inclusi. Poi l'allestimento fai da te: ognuno era tenuto a portarsi tavole, sedie, stoviglie, oltre ovviamente al cibo. Terzo: niente carta, plastica, e lattine. Ammessi solo tovagliati in stoffa e stoviglie non usa e getta, il luogo andava lasciato pulito come lo si era trovato, senza alcun rifiuto abbandonato e portandosi eventuali avanzi e la spazzatura, vetro e organico, a casa.
«Abbiamo esplicitamente chiesto di contenere al massimo la produzione di rifiuti – spiega l'ideatrice, Antonella Bentivoglio d'Affitto –; ognuno doveva portarsi tutto da a casa e poi riportarlo a casa, differenziando come è d'obbligo. E così è stato, è stato portato via tutto; alle 3 del mattino abbiamo fatto un sopralluogo finale e abbiamo raccolto giusto qualche mozzicone di candela e qualche fiore. Abbiamo dimostrato che spiegando bene le cose si possono ottenere dei risultati».
Secondo gli organizzatori, forti dell'esperienza dell'anno scorso, non c'è stato nemmeno bisogno di qualche intervento supplementare per la raccolta dei rifiuti. «Nel 2012 – continua Antonella Bentivoglio d'Affitto –, su 2500 partecipanti, a fine serata avevamo raccolto giusto un paio di sacchetti del pane; abbiamo parlato con l'Amiat, come è normale per un evento di questa portata, e abbiamo verificato che non ci fosse bisogno di un servizio di supporto. L'obiettivo di queste serate è socializzare con eleganza, condivisione nel rispetto dell'altro e dell'ambiente. Credo sia importantissimo per le generazioni future».
«Era prevista la pulizia dei rifiuti da parte dei commensali – conferma l'Amiat –, e così è stato; non sono stati trovati rifiuti abbandonati a terra, alcuni sacchi sono stati lasciati sul luogo, ma in quantità gestibile. Certo, essendo una manifestazione di grande portata, con migliaia di partecipanti, non ci si più aspettare la perfezione e i rifiuti zero, ma è stato un evento ordinato, che non ha creato situazioni critiche». Il problema, come sempre, è a monte, su se e come i rifiuti vengono differenziati: le indagini a campione sinora condotte dalle Sentinelle dei rifiuti mostrano come purtroppo ancora la maggior parte dell'indifferenziato potrebbe essere diviso e recuperato.
Un'altra questione, che ha suscitato polemica, riguarda invece il finanziamento ricevuto dagli organizzatori da Palazzo civico: 10 mila euro, che in tempi di tagli draconiani a tutti i servizi pubblici, iniziative culturali incluse, ha fatto storcere il naso a più di un consigliere, Marco Grimaldi di Sel in testa, che ha presentato un'interpellanza sostenuta anche da numerosi consiglieri del Pd per chiedere conto dei fondi elargiti. Come – è il senso dell'interpellanza – un flash mob, che dovrebbe dunque essere caratterizzato dalla spontaneità dell’iniziativa, dove sia l’allestimento che la pulizia della location erano a cura dei singoli partecipanti, potrebbe comportare «un imprescindibile costo organizzativo tale da giustificare un sostanzioso contributo da parte della Città»?