Replica della SEA: perchè per Linate ci vuol altro che i rapaci
"Da soli non sono una soluzione valida per gli aeroporti più importanti. Anzi, rischiano di intralciare." Controreplica: "Ma perché a Madrid sì? Insomma, la discussione deve continuare"
14 July, 2013
Purtroppo la risposta di SEA - Società Esercizi Aeroportuali - è stata inviata a Repubblica e non ad Eco dalle Citta, che l'aveva chiesta prima.
Pubblichiamo comunque la replica della società aeroportuale milanese, perchè il discorso è lo stesso trattato da Eco in questi giorni.
Gentile direttore,
in merito all’articolo pubblicato oggi dal titolo: “I falchi per liberare l’aeroporto dagli uccelli”, vorremmo precisare che per garantire la sicurezza dei passeggeri l’utilizzo del falco è sicuramente uno degli strumenti che alcuni aeroporti impiegano (in Italia sono tre: Torino, Venezia e Parma panerai replica watches). E’ però importante sottolineare che è uno strumento ad adiuvandum e non può, da solo, essere efficace nell’allontanare i volatili.
Per citare fonti simili a quelle del signor Hutter esiste un corposo studio ENAC che evidenzia come l’impiego dei falchi possa essere valido solo in aeroporti di piccole dimensioni, dove la frequenza degli atterraggi e dei decolli è superiore ai 3-10 minuti, come nel caso di Torino. Il rischio, con un traffico maggiore come quello di Linate, è che il falco potrebbe diventare esso stesso causa di bird-strike. L’uso del falco ha, in aggiunta, forti limitazioni nell’impiego in caso di ore notturne, vento oltre 25 nodi, forte pioggia o nebbia, alte temperature nelle ore più calde del giorno (oltre i 36°C) e nei confronti di uccelli più grandi come aironi o più aggressivi come le cornacchie. Il falco non è senza limitazioni, anzi. In ogni caso, come per tutte le questioni che riguardano la sicurezza dell’aeroporto, l’impegno di Sea, che collabora su questi temi con i principali esperti del settore, è ampio e articolato, volto al continuo miglioramento degli strumenti e delle tecniche utilizzate, articolate su tutta l'ampia gamma di problematiche e collocate oggi ai migliori livelli nazionali
Controreplica di Paolo Hutter (per Repubblica)
E' un bene che la Sea riapra il discorso sulla questione e che il dibattito sia anche pubblico. Non sono abbastanza esperto per giurare sulla soluzione "rapaci", ma vedo che il tema è controverso anche in aeroporti grandi, mentre ogni anno si registrano impatti tra aerei e uccelli in tutto il mondo.
Al Kennedy di New York leggo che falchi e falconieri sono stati abbandonati solo due anni fa, ma perchè lì "costavano troppo". Viceversa il grande aeroporto Barrajas di Madrid si vanta dei suoi falchi, con i quali è cresciuto. Insomma è una discussione che divide gli addetti ai lavori e che va continuata.