Una nota di Pietro Santamaria. «Contrada Martucci inidonea per le discariche»
Secondo l’autore del libro «L’ultimo chiuda la discarica» contrada Martucci (Conversano) è inidonea ad ospitare discariche perché “in corrispondenza di doline, inghiottitoi o altre forme di carsismo superficiale". Santamaria esprime inoltre contrarietà rispetto alla delibera di giunta della Regione che dispone il superamento delle criticità di funzionamento
19 July, 2013
di Pietro Santamaria
La Regione minimizza la vulnerabilità e l’inquinamento di contrada Martucci. La Giunta regionale intende sanare le irregolarità commesse nella realizzazione della discarica di servizio/soccorso dell’impianto complesso di trattamento dei rifiuti in contrada Martucci. Conta di risolvere “le carenze” (le ipotesi di reato) emerse dalle indagini della Procura della Repubblica di Bari “tramite la redazione di apposito progetto e la esecuzione dei lavori con procedura di urgenza, a cura diretta della Regione (…) ponendo in danno dell’ATI CO.GE.AM Lombardi Ecologia s.r.l. le relative spese”. Lo dispone la deliberazione della Giunta regionale del 4 luglio 2013, n. 1245, che è stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione il 17 luglio.
L’Assessore alla Qualità dell’Ambiente, Lorenzo Nicastro, magistrato in aspettativa della stessa Procura, e l’Assessore ai Lavori Pubblici, avv. Giovanni Giannini, hanno proposto di mettere una pezza perché il sequestro della suddetta discarica, che è stato disposto unitamente alle discariche esaurite presenti sempre in contrada Martucci il 18 aprile scorso dal GIP Annachiara Mastrorilli, e il conseguente trasferimento dei rifiuti biostabilizzati in una discarica a Brindisi, renderebbero “tale situazione non coerente con le definizioni del vigente Piano di Gestione dei rifiuti urbani, e di conseguenza determina condizioni di criticità sotto vari aspetti, quali l’igiene e la sanità pubbliche, la sostenibilità ambientale e l’alterazione delle pianificazioni finanziarie”.
Gli stessi Assessori leggono in modo parziale i documenti di indagine e parlano di “criticità legate alla esecuzione dei lavori da parte della ditta aggiudicataria ATI CO.GE.AM (mandataria), Lombardi Ecologia s.r.l. (mandanti)”, che elencano: “lacerazioni del rivestimento in HDPE della copertura del fondo discarica con il rischio di contaminazione della falda di fondo da percolato (…); assenza del sistema di convogliamento e raccolta delle acque meteoriche a servizio della discarica (…); dubbi sull’efficacia dei pozzi (…); assenza di un idoneo sistema di raccolta dei fanghi e dei reflui derivanti dalla raccolta delle acque di dilavamento (...)”.
Nicastro e Giannini però dimenticano di segnalare che il 24 giugno lo stesso GIP ha posto sotto sequestro preventivo tre pozzi posti a valle delle discariche, sempre in contrada Martucci, perché inquinati da livelli eccessivi di ferro, manganese, piombo e nitrati, così come omettono di segnalare l’ipotesi di reato più grave ipotizzata dai magistrati: il disastro ambientale. Dimenticano che contrada Martucci, nonostante non sia idonea ad ospitare discariche, riceve rifiuti in modo più o meno controllato da oltre trent’anni. Eppure la Procura di Bari, nel suo comunicato stampa diffuso il 23 aprile, in seguito al sequestro penale delle vasche di servizio/soccorso realizzate con l’impianto complesso di trattamento dei rifiuti in contrada Martucci, ha scritto che “riscontri documentali e testimoniali hanno consentito di accertare la strutturale inidoneità morfologica del sito di contrada Martucci.”
Inoltre, nel provvedimento con cui il GIP ha disposto lo stesso sequestro è scritto che “in occasione del sopralluogo eseguito il 31.01.2013” la Procura di Bari ha riscontrato "la presenza di vore (...). Quanto riscontrato evidenzia la possibile presenza di rischio di contaminazione delle acque di falda a causa della diretta comunicazione del percolato di discarica attraverso i predetti punti di comunicazione (vore e doline).”
Da anni sosteniamo l’inidoneità di contrada Martucci ad ospitare discariche perché, come prevede il D. Lgs 36/2003, le discariche non vanno ubicate "in corrispondenza di doline, inghiottitoi o altre forme di carsismo superficiale" (punto 2.1 dell’allegato 1). Ora la proposta della Regione sarà sottoposta alla Procura, “poiché trattasi di strutture assoggettate a sequestro penale”. Nell’attesa di conoscere l’opinione della Procura, a cui ancora una volta siamo costretti ad affidarci per l’incapacità della politica di prevenire i problemi e di salvaguardare l’ambiente e la salute dei cittadini, esprimiamo una netta condanna morale per chi invoca “l’igiene e la sanità pubbliche” e “la sostenibilità ambientale” per riaprire una discarica (autorizzata con una procedura dubbia) e non per le conseguenze che derivano dall’esercitare per oltre trent’anni l’attività di discarica in un territorio carsico. In nome del popolo inquinato.
http://www.regione.puglia.it/index.php?page=burp&opz=getfile&file=o-3.htm&anno=xliv&num=98