Trasporti e rincaro delle tariffe: le città italiane a confronto
Bologna ha appena ritoccato le tariffe degli autobus; a Milano si discute di un nuovo aumento del 13% e la Regione Piemonte prospetta nuovi rincari del 15% su tutti i trasporti, ferro e gomma, anche se il Comune di Torino non ne vuol sentir parlare. Ma quanto costa oggi prendere il bus nelle città italiane?
23 July, 2013
L’ultima ondata di rincari era arrivata a cavallo tra 2011 e 2012, quando tutte le più grandi città italiane avevano ritoccato le tariffe, con aumenti sul biglietto singolo fino al 50% del valore. All’annuncio erano seguite immancabili le proteste, ma anche la consapevolezza che le tariffe italiane restavano tra le più economiche d’Europa: l’idea avrebbe dovuto essere questa: il servizio costa di più, ma la qualità migliora.
La storia è andata da un’altra parte: i rincari non sono serviti a coprire nemmeno il debito accumulato dalle aziende e dai comuni, e presto sono arrivati i tagli: meno linee, meno autobus in circolazione. Accorpamenti, “razionalizzazioni” ed “efficientamenti”: di miglioramenti del servizio nessuna traccia, l’obiettivo era piuttosto cercare di restare in piedi. Una cosa tutt’altro che scontata: emblematico lo stop degli autobus di Napoli, rimasti a secco perché non c’erano più soldi per il carburante. Un anno e mezzo dopo, la situazione è tutt’altro che migliorata, e già si parla di nuovi aumenti (di prezzo) o nuovi tagli (del servizio).
I nuovi rincari
A Milano le Commissioni sono al lavoro su un rincaro delle tariffe a partire dal 2014: il biglietto singolo dovrebbe passare da 1,5 a 1,7 euro, quindi +13,3%. Ma a salire di più sarebbe il prezzo dell’abbonamento mensile: da 30 a 36 euro (+20%). Una differenza importante, che sembrerebbe colpire di più i pendolari che i “passeggeri per un giorno”. Secondo la ricostruzione del Corriere l’insolita proposta partirebbe da una considerazione apparentemente banale ma che fa riflettere: l’ultima ondata di aumenti del 2011 ha fatto sì che sempre più cittadini scegliessero l’abbonamento rispetto al ticket singolo. E se da un lato è proprio questo l’obiettivo a cui dovrebbe aspirare ogni comune, dall’altra il cambiamento ha portato a una perdita economica di 937.000 euro per le casse di Palazzo Città. (Leggi l'articolo del Corriere) Che ora cerca di correre ai ripari con i nuovi aumenti. Non tutti però sono d'accordo. "No all’aumento degli abbonamenti mensili e annuali per il trasporto pubblico - scrive Edoardo Croci, ex assessore ai trasporti di Milano e promotore dei 5 referendum ambientali - sarebbe paradossale, dopo aver deliberato abbonamenti agevolati per la sosta, che aumentasse il costo degli abbonamenti per il trasporto pubblico. Si tratta infatti di misure che tendono a favorire l’uso dell’auto rispetto al trasporto pubblico, in contrasto con quanto chiesto dai milanesi con l’approvazione a larga maggioranza dei cinque referendum per l’ambiente e la qualità della vita a Milano due anni fa. Prima di aumentare il costo del trasporto pubblico si dovrebbero rivedere una serie di agevolazioni, di cui non sono stati ben stimati gli effetti. Inoltre si dovrebbero rendicontare gli utilizzi dei proventi di Area C, destinati in primo luogo al miglioramento del servizio di trasporto pubblico".
Scelta già fatta invece a Bologna, dove il biglietto orario passa da 1,20 a 1,30 euro, il giornaliero da 4 a 5 euro e l’abbonamento mensile da 36 a 38 euro. Per limitare l’effetto, il Comune ha garantito che non ci sarà nessun aumento sull’abbonamento annuale e che le tariffe resteranno bloccate così come sono ora almeno per i prossimi tre anni.
A Torino la situazione è più complicata: la Regione Piemonte ha – per ora ufficiosamente – annunciato nuovi aumenti del 15% su tutto il trasporto locale, sia autobus che ferrovie, ma Provincia e capoluogo si oppongono alla decisione. I rincari sul territorio sono già stati pesanti e il servizio è stato oggetto di tagli importanti: difficile spiegare un nuovo aumento ai cittadini. In particolare, l’assessore alla Mobilità del Comune di Torino Claudio Lubatti ha escluso categoricamente la possibilità: "Abbiamo già analizzato il piano tariffario cittadino con il rapporto costi-ricavi previsto dalla Regione. Siamo in linea, non intendiamo applicare nuovi aumenti in un periodo così difficile per le famiglie torinesi. Il servizio della città raggiunge già il rapporto ricavi costi del 35% e l'amministrazione non intende ritoccare al rialzo nessuna tariffa di propria competenza". (Leggi anche "Trasporti in Piemonte, aumenti in arrivo? Cosa dice la rete" e Piemonte, i pendolari crescono, il servizio cala e il biglietto aumenta. Il commento di Fabio Dovana (Legambiente)).
Quanto costa oggi prendere il bus nelle città italiane
Il biglietto singolo oggi costa 1,5 euro a Torino, Milano, Roma e Perugia, dove però il biglietto singolo dura 70 minuti e non 90. 1,3 euro a Bologna, 1,2 a Napoli, Firenze, Cagliari e Ancona, 1 euro a Bari. Se a Milano sarà approvato l’aumento, come sembra intenzionata a fare la Giunta, passerà ad 1,70 euro. Potrebbe superarla Torino, se la Regione la spunterà, perché un aumento del 15% si tradurrebbe in un biglietto singolo da 1,75 euro. Un’ipotesi che – ricordiamo - è comunque fuori discussione secondo il Comune.
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