Censis: l’acqua di Roma è buona…ma non per tutti
La metà dei cittadini della Capitale beve acqua di rubinetto, ma il resto della popolazione preferisce l’acqua in bottiglia nonostante la rinomata potabilità dell’acqua del Sindaco. Tante famiglie però sanno come ridurre gli sprechi di acqua in casa.
29 August, 2013
L’acqua di Roma la beve il 52,5% dei cittadini, valore più elevato rispetto a quello nazionale (47,7%) e delle altre grandi città. Rimane però rilevante anche la quota di coloro che non bevono acqua di rubinetto, tanto più in una città rinomata per la bontà delle sua acqua potabile in cui anche il Sindaco ha optato per l’acqua in brocca per il Campidoglio.
Del resto si tratta di un problema generale, che fa dell’Italia uno dei paesi a livello mondiale con il più elevato consumo di acqua in bottiglia. È quanto emerge dalla ricerca “Un'agenda urbana per Roma”, realizzata da Censis e Rur (Rete Urbana delle Rappresentanze). Analizzando le risposte in base al profilo degli intervistati, le differenze percentuali più rilevanti riguardano il livello socio-economico di appartenenza. Infatti tra gli intervistati che si autocollocano nella fascia più elevata, la percentuale di persone che non beve acqua di rubinetto sale addirittura al 69%, ben trenta punti percentuali in più del dato relativo alle fasce sociali più basse (39%). Guardando alle motivazioni di chi rinuncia all’acqua di rubinetto, quelle legate alla salute, ovvero la necessità di bere acque con specifiche caratteristiche chimiche, riguarda una ristretta minoranza, pari ad appena il 13% dei rispondenti. Prevalgono invece una diffidenza diffusa sulla sua purezza e quindi sulla potabilità, motivazione addotta da ben il 46% di chi beve solo acqua in bottiglia, e una altrettanto diffusa critica della gradevolezza (al 41% non piace il gusto).
C’è poi il tema del risparmio idrico: è noto come lo spreco di un bene come l’acqua, che sta assumendo un carattere non più di bene libero ma di risorsa scarsa, non si traduce solo in costi aggiuntivi e disagi per l’utenza, ma significa anche la necessità di aumento del prelievo e dunque di maggiori impatti sugli ecosistemi. In un’ottica di sostenibilità, la riduzione delle perdite ed una maggiore attenzione ai consumi idrici sono passaggi importanti. A livello familiare, come suggerisce il Censis, si può combattere lo spreco di acqua utilizzando 2 semplici dispositivi come il riduttore di flusso e il doppio scarico del wc. In particolare il riduttore di flusso è presente nel 31,5% delle case romane, contro il 19,1% della media italiana, e il doppio scarico nel 27,3% dei casi, contro un valore medio nazionale del 22%.