“Il grattacielo è un mostro” – Replica a La Stampa di Giorgio Faraggiana del comitato Non Grattiamo il Cielo di Torino
Dopo l'articolo elogiativo del grattacielo di Intesa Sanpaolo uscito su La Stampa del 01.09.2013, secondo cui la torre non sarebbe tanto invasiva quanto inizialmente ipotizzato dai contrari alla costruzione, non si fa attendere la replica di Giorgio Faraggiana, membro del comitato Non Grattiamo il Cielo di Torino: “Il mostro è veramente un mostro, basta guardare le immagini che lo riprendono da diversi punti della città”
03 September, 2013
Giorgio Faraggiana
Si può nascondere dietro agli alberi di corso Vittorio e far finta che il mostro non si veda, ma già nelle costruzioni delle immagini Nograt il grattacielo di corso Inghilterra era stato inserito con fotomontaggi che ne rendevano efficacemente l’effetto.
Oggi cominciamo a vederlo nella realizzazione che ha raggiunto i punti più elevati e se alcune delle immagini delle simulazioni non coincidono con quello che vediamo – come affermato nell’articolo su La Stampa dell'1 settembre 2013 – ciò dipende dagli elementi e dalle dimensioni che all’epoca non erano ancora stabiliti da un progetto definitivo. Ma che il mostro è veramente un mostro lo si può capire dalle nuove immagini che lo riprendono da diversi punti della città, compresa la vista da piazza Castello. Su via Sant'Antonio da Padova l’effetto è particolarmente pesante, come ammesso nell’articolo predetto. Ma anche su corso Matteotti e su corso Vittorio Emanuele, grandi viali storici torinesi tutelati paesaggisticamente, il grattacielo incombe massicciamente con la sua imponenza fuori scala rispetto agli edifici ottocenteschi.
Ci siamo opposti come gruppo Nograt, cartier santos 100 replica insieme a un gran numero di cittadini torinesi, alla costruzione dei grattacieli a Torino allo scopo di conservare una identità urbana caratteristica di questa città nata come capitale europea barocca con grandi viali e lunghe vie rettilinee con visuale aperta sulla cornice dell’arco alpino. E una originalità che non ha eguali con le grandi città mondiali. Perché dobbiamo perderla?