Legambiente: rifiuti, rivedere la Tares. Petizione "Chi inquina paga”
Legambiente con la petizione “Chi inquina paga” chiede al governo di rivedere la Tares, la nuova tassa sui rifiuti, per far sì che il tributo venga calcolato solo sulla effettiva produzione di rifiuti indifferenziati per consentire alle utenze più virtuose di pagare di meno.
06 September, 2013
“Chi inquina paga, chi produce meno rifiuti deve risparmiare”, recita la petizione popolare promossa da Legambiente nell'ambito della sua campagna Italia rifiuti free.
Secondo Legamente, chi produce meno rifiuti dovrebbe essere premiato, mentre la Tares, la nuova tassa sui rifiuti rischia, al contrario, di aggravare ulteriormente il peso fiscale sugli italiani in maniera ingiusta. La petizione - indirizzata al presidente del consiglio dei ministri Enrico Letta e ai ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare Andrea Orlando e dell'economia e delle finanze Fabrizio Saccomanni - chiede al governo di rivedere questo tributo in maniera tale da rispettare il principio europeo "chi inquina paga", calcolandolo solo sulla effettiva produzione di rifiuti indifferenziati e consentendo così alle utenze più virtuose di pagare di meno.
In Italia – si legge nel testo della petizione che può essere firmata anche online sul sito di Legambiente - la gestione dei rifiuti sta vivendo una fase di grande evoluzione. Sono oltre 1.300 i Comuni che in tutto il Paese superano l'obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata, si stanno diffondendo le buone pratiche locali per la riduzione degli imballaggi inutili, sono sempre più numerosi gli impianti di riciclaggio che costituiscono l'ossatura portante della green economy dei rifiuti. Ma, continua Legambiente, ci sono ancora tanti problemi irrisolti: in Italia si producono ancora troppi rifiuti e quasi la metà vengono smaltiti nelle inquinanti discariche. In più di 7.000 Comuni italiani l'ammontare della tassa non è determinato secondo la quantità di rifiuti prodotti, mentre solo alcune centinaia di enti locali fanno pagare in base alle quantità effettivamente prodotte grazie alla tariffazione puntuale.
Oggi, conclude Legambiente, è possibile affrontare in concreto la sfida della riduzione, come è riuscita a fare ad esempio la Germania, utilizzando una equa leva economica, introducendo un criterio di giustizia e sostenibilità ambientale e alleggerendo la pressione fiscale sui più virtuosi. Solo in questo modo si contribuirà davvero a liberare l'Italia dal problema rifiuti, facendo entrare il nostro Paese a pieno titolo in quella "società europea del riciclaggio" alla base nella nuova direttiva europea.