Raccolta oli alimentari: Hera punta ad un milione di tonnellate annue
Parte da Rimini l'estensione del servizio di raccolta degli oli alimentari esausti del gruppo Hera. I contenitori verranno collocati in luoghi ad elevata frequentazione e nei supermercati e l’olio potrà essere conferito all’interno di normali bottiglie o flaconi in plastica chiusi col tappo
09 September, 2013
Sono state oltre 400 le tonnellate di oli alimentari raccolte da Hera nel 2012 sull’intero territorio servito, circa 0,17 kg per abitante, un dato in crescita costante negli ultimi anni (tra il 2010 e il 2012 si è avuto un incremento del 30%), ma l’obiettivo è aumentare ancora e arrivare ad almeno mille tonnellate annue entro il 2014. A questo scopo, l’azienda ha sviluppato un progetto, unico in Italia per tipologia di servizio offerto ed estensione territoriale, mirato alla diffusione di questo tipo di raccolta che, attualmente, viene svolta principalmente nelle 140 stazioni ecologiche del Gruppo. A partire, quindi, da inizio settembre, nei comuni principali gestiti da Hera verranno collocati, gradualmente, in strada e presso luoghi ad elevata frequentazione, centri commerciali e supermercati di quartiere, appositi ed eleganti contenitori per la raccolta degli oli alimentari (adoperati in cucina, gli oli da frittura o utilizzati per conservare gli alimenti nei vasetti).
Il primo comune a partire è Rimini, dove l’iniziativa è stata presentata questa mattina. Nelle prossime settimane, i contenitori arriveranno anche a Cesenatico, Cervia, Ravenna, Modena, Sassuolo e Formigine. Entro il 2014 la nuova raccolta servirà un milione di cittadini. Complessivamente, saranno 160 le colonnine stradali posizionate nei prossimi 10-12 mesi sull’intero territorio della multiutility. In questo modo si calcola che verranno serviti circa 400 mila cittadini. I centri commerciali, che ospiteranno i contenitori in una fase successiva del progetto, saranno invece oltre trenta e andranno a coprire il fabbisogno di altre 700 mila persone. L’olio potrà essere conferito nei contenitori all’interno di normali bottiglie o flaconi in plastica, chiusi con il loro tappo. Non sarà quindi necessario versare direttamente l’olio nelle colonnine o nei contenitori, superando il rischio di imbrattare/sporcare l’ambiente circostante. Un servizio, insomma, più pulito.
Questi contenitori saranno dotati di rilevatore di riempimento per svuotarli all’occorrenza, oltre la normale frequenza, ed eventualmente, in ragione degli accordi con i centri commerciali, di sistemi intelligenti di riconoscimento utente. In questo modo, Hera intende offrire al cittadino un servizio di conferimento più capillare e di qualità sul territorio gestito, che va a integrare i contenitori (oggi in numero limitato) già posizionati in alcuni territori presso luoghi ad elevata frequentazione e nel circuito della grande distribuzione organizzata.
La fase di valorizzazione e recupero degli oli vegetali raccolti consisterà prevalentemente nella conversione energetica (elettrica e termica) del materiale, previo trattamento in un impianto sperimentale di raffinazione. Il processo di raffinazione, condotto da Ecologia Soluzione Ambiente ed A2B in collaborazione con la Facoltà di Ingegneria Chimica dell’Università di Bologna, è molto innovativo: consentirà la successiva valorizzazione energetica del combustibile ottenuto in impianti di cogenerazione oppure di destinare l’olio vegetale alla produzione di biodiesel, a garanzia del miglior bilancio energetico ed ambientale ad oggi conseguibile. Hera, con questo progetto, intende incentivare la raccolta differenziata degli oli alimentari, sensibilizzare i cittadini e al contempo favorire l’innovazione tecnologica nel recupero di materia e rifiuti, con l’obiettivo complessivo di restituire al proprio territorio, sotto forma di energia, quanto rappresenterebbe invece una fonte di inquinamento e di costo di smaltimento.
Grazie a questo potenziamento del servizio, si punta a raccogliere, entro la fine dell’anno prossimo, almeno mille tonnellate annue di olio alimentare contro le 400 attuali, attraverso le quali sarà possibile produrre energia elettrica per sostenere i consumi di circa 4 mila abitanti. L’iniziativa si svilupperà ulteriormente nei prossimi anni e si stima di poter intercettare oltre 3 mila tonnellate all’anno di olio alimentare esausto, che consentirà sia di evitare il consumo di circa 6 mila ton/anno di petrolio equivalente (TEP), sia l’emissione in atmosfera di circa 18.500 ton/anno di CO2.
In base ai dati delle stime di fonte ministeriale e del Conoe (Consorzio Obbligatorio Nazionale di raccolta e trattamento oli e grassi vegetali e animali esausti), sono 280 mila le tonnellate di olio vegetale usato, circa 5 kg procapite (di cui la metà prodotta dai privati cittadini e l’altra metà prodotta dalla ristorazione e dall’industria), che ogni anno restituiamo all’ambiente, specialmente sotto forma di residuo di fritture e inevitabilmente ricco di sostanze inquinanti. Ciò a fronte di un miliardo e 400mila kg di olio vegetale (direttamente come olio alimentare o perché presente in altri alimenti) immesso al consumo, per una cifra media procapite di circa 25 kg su base annuale. L’olio vegetale, se versato nelle fognature, può provocare danni al sistema di depurazione e alle reti fognarie, causando un importante aggravio al sentito problema dell’inquinamento ambientale. Anche un solo litro, nell’acqua o nel suolo, può contaminare seriamente la falda e le acque superficiali, formando una pellicola che ostacola l’ossigenazione dell’acqua. Queste le ragioni per cui smaltire in maniera corretta l’olio alimentare esausto può garantire la salvaguardia dell’ambiente.