Da Roma2020 a Roma2024: saranno ascoltati gli ambientalisti?
In attesa di dichiarazioni certe e pareri da parte degli ambientalisti riguardo la possibile candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024, rivediamo quali erano le posizioni poco più di un anno fa, quando il sindaco Gianni Alemanno pensava ad una Roma 2020. Vedremo se questa volta il Sindaco Ignazio Marino ne terrà conto.
11 September, 2013
In fondo è passato poco più di un anno da quel febbraio 2012 in cui l'allora sindaco di Roma Gianni Alemanno aveva proposto Roma come città ideale per ospitare le Olimpiadi del 2020.
In quell'occasione, le associazioni ambientaliste non avevano chiuso alla possibilità della candidatura di Roma ma chiedevano, in prima fila Wwf, Fai , Legambiente e Italia Nostra di “rivederla e risistemarla, modificare le scelte”, per evitare che i Giochi fossero “solamente una grossa operazione d’immagine e di affari edificatori”. Per le associazioni ambientaliste, i due punti più sensibili dell’intero progetto riguardavano l’edificazione dei due Villaggi Olimpici e il sistema dei trasporti.
Secondo gli ambientalisti, la candidatura di Roma avrebbe aumentato il consumo di suolo della città in violazione del Piano Paesistico Regionale e del Piano di Bacino del Tevere oltre che in deroga al Piano Regolatore. “Se Roma intende dunque credibilmente ottenere la possibilità di svolgere le Olimpiadi – scrivevano le Wwf e Fai in un dossier - deve decidere una diversa collocazione del Villaggio Olimpico e del Centro Media che, previsti a Tor di Quinto e Saxa Rubra, insistono in aree di pertinenza fluviale del Tevere su cui gli strumenti di pianificazione prevedono invece verde attrezzato e non cubature che dopo i giochi si trasformerebbero soprattutto in nuove residenze”. La costruzione dei due complessi nell’area di Roma Nord, rendeva noto Italia Nostra, avrebbe distrutto la possibilità di creare il Parco fluviale del Tevere Nord.
Gli ambientalisti temevano anche che un piano mobilità non ben pensato e gestito avrebbe finito per provocare lunghi “cantieri senza fine”: perchè aprirne di nuovi per raddoppiare la rete metropolitana esistente quando ci sono ancora I cantieri della nuova metro C? Legambiente sottolineava la problematicità del “completamento dell'anello ferroviario, con la nuova Stazione di Tor di Quinto prevista nel parco fluviale Olimpico perché non presente nei piani finanziari di Rfi o della Legge Obiettivo”. I costi per la mobilità avrebbero dunque rischiaro di essere superiori alla spesa prevista dal Dossier Olimpico e avrebbero richiesto ulteriori finanziamenti.
I pericoli evidenziati dagli ambientalisti erano dunque tanti: dalla fine delle risorse e il mancato completamento delle opere. A quanto pare, Alemanno non prese in considerazione le obiezioni degli ambientalisti. Forse non fu un caso, ma il Premier Mario Monti bocciò la proposta romana affermando che l'Italia non era in un periodo economico adatto a poter sostenere la spesa olimpica. Adesso si aspettano le proposte del Sindaco di Roma Ignazio Marino: vederemo se terrà a mente quanto osservato dagli ambientalisti nel febbraio 2012.
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