Gtt, la prova di forza del sindaco
Continua il dibattito all'interno della maggioranza che sostiene Fassino sulla cessione dell'80% di Gtt. All'interno del Pd c'è un favore di massima, anche se i dubbi non mancano. Secondo Sel invece la decisione della Giunta sarebbe illegittimo. Curto: “La Sala Rossa ha votato la cessione del 49% di Gtt, questo cambio deve passare di nuovo dal voto in aula” - da La Repubblica del 22.09.2013
23 September, 2013
Diego Longhin
Le smagliature della maggioranza che sostiene Fassino già domani si potrebbero trasformare in strappi evidenti. E forse si tratta di un test: prove tecniche di maggioranze diverse, visto che la giunta e il sindaco non si sono opposti alla richiesta arrivata dall’opposizione. Anzi. Un conto sono le riunioni, quasi sempre a porte chiuse, dove Sel, Pd, sindaco e assessori discutono animatamente sulla quota da cedere di Gtt. Un conto è un dibattito in Sala Rossa con comunicazioni di Fassino e dell’assessore alle Partecipate, Giuliana Tedesco. Dibattito dove i consiglieri di Sel, Michele Curto e Marco Grimaldi, diranno chiaramente che loro non ci stanno a cedere l’80 per cento della società di trasporti. «Per noi è no e chiederemo conto al Pd di questo cambio di opinione», dicono.
Qualcuno nel Pd si domanda perché fare un dibattito già ora su un tema spinoso. I Democratici della Sala Rossa, che stanno ancora cercando di votare un capogruppo, non sono tutti d’accordo e non hanno per adesso affrontato tra di loro l’argomento. Insomma, si registra una tendenza favorevole all’80 per cento, ma non tutti i 16 consiglieri la pensano alla stessa maniera. I dubbi nella “sinistra” del Pd non mancano. E in queste ore il vicecapogruppo Michele Paolino, che forse sperava in una bocciatura della richiesta di comunicazioni avanzata dalla consigliera del Movimento 5 Stelle Chiara Appendino, sta elaborando una linea da tenere in aula per evitare tensioni, prima di tutto fra i suoi. Paolino ostenta sicurezza: «Nessun problema — dice — c’è un confronto, una discussione. E ci sarà il tempo per riflettere, anche per noi».
Ma il no secco di Sel farà comunque emergere una lacerazione nel centrosinistra. È vero: Sel non è più determinante come voti, il rimescolamento estivo, tra giunta e nuovi ingressi in Sala Rossa, oltre al passaggio dal Carroccio ai Moderati della consigliera Cervetti, ha ampliato il numero di voti su cui può contare Fassino. Cosa che secondo alcuni ha spinto lo stesso Fassino e l’assessore ai Rapporti con il Consiglio, Stefano Lo Russo, a non tentennare sulla richiesta di comunicazioni. Insomma, andiamo avanti, si dica chiaramente qual è la linea. Quasi una forzatura, consapevoli del fatto che un riassetto della maggioranza, se Sel dovesse tenere la linea dura del «no» fino in fondo, non sarebbe più un tabù.
“Una mossa illegittima rinunciare al controllo”
«Non solo diremo che non siamo d’accordo e che non voteremo una delibera che prevede la vendita dell’80 per cento di Gtt. Ma aggiungeremo che il percorso individuato è illegittimo. C’è un atto della Sala Rossa votato dalla maggioranza che prevede la cessione del 49. Si deve rispettare». Michele Curto, capogruppo di Sel, anticipa la posizione che assumerà domani in aula.
Il Pd, però, è pronto a valutare la cessione della quota di controllo. La situazione non è cambiata rispetto a luglio?
«Benissimo, ma questo cambio deve passare dal voto dell’aula. Il Pd si assuma le responsabilità conseguenti alle sue scelte, mutate. Voglio che si alzi il quasi capogruppo Paolino e dica in aula che il Pd è d’accordo e voglio che su questo votino. Non si può fare con un atto di giunta, facendo finta di niente».
Insomma, finirà come Trm e insegnanti degli asili nidi: un po’ di melina e poi Sel si asterrà?
«No, no. Sia sulle insegnanti sia sulla vendita dell’inceneritore da parte nostra c’è stato il massimo della disponibilità, riconoscendo il momento eccezionale. Ora siamo dentro il Patto, l’indirizzo della Sala Rossa è chiaro. Diremo no».
Cosa chiederà al sindaco?
«Deve spiegare. Non ero convinto di dare la possibilità alla giunta di fare un dialogo competitivo con le imprese per capire le loro intenzioni. Ora sulla base di quel dialogo decidono di cambiare l’oggetto di vendita portando la quota all’80. C’è una società che è disposta a fare un’offerta sul 49. Bene, si vada avanti con quell’indirizzo».