Biciplan di Torino, intervista a Fabio Zanchetta presidente di Bike Pride
Fabio Zanchetta, presidente dell'associazione Bike Pride, consultata dall’assessorato alla Viabilità per la redazione del Biciplan, è critico sul piano: "Le nuove ciclabili in progetto nascono esattamente con i difetti delle vecchie. La mancanza di lungimiranza e la contraddizione fra gli obiettivi, 15% di traffico ciclistico in 10 anni, è palese"
25 September, 2013
In seguito all'approvazione del Biciplan da parte del Comune di Torino avvenuta il 24 settembre, abbiamo intervistato Fabio Zanchetta, presidente dell’associazione Bike Pride che è stata consultata dall’assessorato alla Viabilità per la redazione del piano.
Adesso che il Biciplan è stato approvato cosa cambia concretamente?
Come semplice cittadino penserei che non cambia nulla perché abituato allo standard italiano: tutto cambia perché nulla cambi. Mille faldoni, discorsi, convegni ma nella realtà non si riesce a rimuovere neanche le auto parcheggiate sulle ciclabili, che dovrebbe essere il livello zero.
In teoria cambierebbe l'approccio. Il biciplan è come un piano regolatore. Se sbagli, e sbaglieranno, possiamo pizzicare amministratori e tecnici dicendo: "Nel biciplan è scritto così! Perché lo state facendo male?"
Un esempio già visibile di questi “sbagli”?
La spina3 di Via Livorno e via Orvieto è un caso eclatante: 12 attraversamenti di carreggiata per attraversare 2 isolati in un continuo e rischiosissimo zig-zag; una parte di riqualificazione in cui la corsia ciclabile non è stata nemmeno inserita nel progetto; una ciclopedonale irrilevante, e molto mal segnalata, inglobata in un marciapiede sempre pieno di pedoni. Il tutto, naturalmente, non connesso alla rete. Un eccesso di errori dovuti alla totale mancanza di progettazioni a priori, senza standard e senza obiettivi. Eppure parliamo del 2008.
Nei mesi scorsi il Coordinamento Bike Pride aveva redatto un documento lungo e dettagliato sulle principali criticità del futuro Biciplan, corredato di foto e descrizioni dettagliate della rete ciclabile torinese. Il Comune ha accolto le vostre indicazioni?
Hanno risposto con un documento apposito. Devo dire che hanno letto tutto per bene: è già un risultato! Tuttavia le risposte sono evasive: in pratica sostengono che quanto critichiamo è già risolto nel biciplan e che "ne terranno conto”. Ma intanto le nuove ciclabili in progetto, come Corso Novara e il Passante ferroviario o Corso Principe Oddone, nascono esattamente con i difetti delle vecchie. Sono di nuovo a centro strada, con ben tre attraversamenti semaforici per incrocio. Esattamente l'opposto di quello che chiedevamo, cioè delle ciclabili monodirezionali a fianco dei marciapiedi, come in Olanda e Danimarca. In questo modo non incideranno mai, continueranno ed essere pericolose, poco attrattive e poco utilizzate. Ma progettarle diversamente avrebbe significato togliere posti auto: la mancanza di lungimiranza e la contraddizione fra gli obiettivi, 15% di traffico ciclistico in 10 anni, è palese.