Aumento abbonamenti: le tariffe "elastiche di ATM"
Franco Morganti sul Corriere ha chiesto le ragioni dell'aumento tariffe del trasporto pubblico di ATM, soprattutto gli abbonamenti anziani, sostenendo che siano troppo penalizzanti e non aumenteranno gli introiti, ma anzi allontaneranno gli "over 65" dai mezzi pubblici - da Corriere.it del 20.09.2013
26 September, 2013
di Franco Morganti
I milanesi anziani, anzi senior come si dice adesso, hanno avuto al rientro dalle vacanze (per chi ci è potuto andare) la bella sorpresa del rincaro dell'abbonamento Atm da 16 a 30 euro al mese. Un rincaro di quasi il 90 per cento per soggetti, di solito pensionati, che hanno visto i loro redditi ristagnare negli ultimi anni o aumentare in proporzioni minime negli anni precedenti. Non si capisce se l'Atm si riprometteva un aumento degli introiti di questa proporzione oppure l'eliminazione degli anziani dai suoi convogli. O forse la decisione era maturata in Comune, visto che gli introiti dei biglietti dei mezzi pubblici arrivano direttamente lì? Certo è che, chiunque ne sia il responsabile, sembra che ignori una semplice funzione economica che si chiama «elasticità al prezzo della domanda».
Detto in parole povere ogni domanda di beni e servizi ha una sua elasticità al prezzo, nel senso che variandone il prezzo essa può aumentare o diminuire. Se tale elasticità è pari a uno, a un aumento di prezzo del 90 per cento la domanda diminuisce di altrettanto. Ma quanto è elastica la domanda di trasporto pubblico da parte degli anziani? Se sono chiamati ad accompagnare a scuola tutti i giorni i nipotini, la domanda potrebbe essere anelastica, nel senso che al pagamento del servizio pubblico provvedono i genitori e quindi qualunque sia il prezzo (entro certi limiti, altrimenti l'anziano prende l'auto, se è fuori dall'Area C) il servizio sarà richiesto come prima. Ma se l'anziano usa il servizio pubblico per scopi di svago o di socializzazione, può ridurre le sue necessità, andare più spesso a piedi, i meno anziani anche in bicicletta.
Oppure l'anziano, ed è quello che ho sentito dire in questi giorni, ridurrà i suoi viaggi all'essenziale utilizzando una tessera a 10 corse, del costo di 13,80 euro, che non ha subito aumenti come non ha subito aumenti il prezzo della corsa singola a 1,50 euro. L'anziano cercherà di far bastare la sua tessera per tutto il mese o poco meno e l'Atm, invece di incassare i desiderati 30 euro, ne incasserà 13,80, cioè meno dei 16 di partenza. Ma, come dicevamo all'inizio, l'Atm potrebbe aver cercato proprio questo risultato: ridurre l'affollamento dei mezzi pubblici, magari scoraggiando una categoria più facilmente aggredibile, come quella degli anziani.
Potremmo chiederci allora se è questa la politica sociale dei trasporti pubblici a Milano. L'Atm potrebbe rispondere che l'abbonamento è rimasto gratuito per gli anziani con Isee sotto i 16.000 euro (1.333 al mese per l'intera famiglia) e (novità) salirebbe soltanto da 16 a 22 (pur sempre un bel 38 per cento) per chi ha un Isee fra 16 e 22.000 (da 1.333 a 1.833 al mese). Questi medio-ricchi milanesi (si fa per dire, l'Isee riguarda l'intera famiglia e anche l'immobile posseduto vi contribuisce) forse prenderanno ancora l'abbonamento. Ma quanti sono? La mia impressione è che l'Atm non aumenterà i suoi introiti e si è inimicata una bella fetta di popolazione.