Paola Italiano

«La disponibilità da parte del Comune a discutere il progetto con i cittadini, per ora l’abbiamo letta solo sui giornali. La nostra richiesta di accesso agli atti per esaminare le proposte di chi ha vinto il bando procede a rilento: non abbiamo ancora visto nulla». I cittadini e il comitato contrari al parcheggio pertinenziale interrato di corso Marconi tornano a protestare in strada, all’angolo con via Madama Cristina sabato 5 ottobre, con un motivo in più.
Gli atti
Umberto Capra, vicepresidente del «Comitato Salviamo corso Marconi», spiega di aver depositato la domanda di accesso agli atti il 9 settembre: «Poi, ho ricevuto una raccomandata in cui il Comune afferma che la richiesta è stata presentata il 12 settembre, ma non è così. Nella stessa lettera, si dice che la Gestinord, che ha vinto il bando, ha 10 giorni, a partire dal 30 settembre, per un’eventuale opposizione: il risultato è che ancora non abbiamo visto nulla. E avere il progetto è necessario per valutare il ricorso al Tar».
La sorpresa
Il Comitato è sorpreso soprattutto perché, nel giorno dell’aggiudicazione, ci furono larghe rassicurazioni sulla possibilità di esaminare le carte, per valutare soprattutto la questione degli alberi. Chi protesta è convinto, infatti, che i nuovi ippocastani piantati in vasche non potranno mai crescere alti quanto i 51 presenti oggi, che verranno abbattuti. «Noi pensiamo - dice Capra - che la soluzione migliore sia scavare dove gli alberi non ci sono. Ci rispondono che ci sono altre strade: ci aspetteremmo che fossero impazienti di mostrarcele, invece ci sembra in atto un meccanismo dilatorio».
I fondi
Sabato continuerà la raccolta fondi per presentare l’eventuale ricorso al Tar. Durante la manifestazione (alle 15 in corso Marconi angolo via Madama Cristina), saranno inoltre piantati 10 nuovi alberi «a colmare il vuoto lasciato da quelli abbattuti dal Comune e mai sostituiti». «Siamo pronti - scrive ancora il comitato - a mettere in campo ogni possibile strumento per fermare la costruzione di quel parcheggio che per noi è inutile e dannoso al quartiere».