L’avventura della nuova plastica In Italia recuperate 700mila tonnellate
Positivo il bilancio del consorzio Corepla: “Ma per il 2013 obiettivi più ambiziosi”. Da Tuttogreen, inserto de "La Stampa" del 22-10-2013
22 October, 2013
Con 20 bottiglie di plastica si ottiene una felpa in pile; con 23 un cestello della spesa, con 30 una lampada, con 60 una trapunta. E ancora: 300 grammi di plastiche fanno un vaso di fiori, 2 chili e mezzo una sedia, 25 chili una panchina da giardino. È la seconda vita degli oggetti, la rivincita della differenziata sull’accumulo in discarica o – se preferite – il risultato dello sforzo quotidiano di prendere, separare e buttare. Tutto passa attraverso la raccolta che nel 2012, secondo Corepla (il Consorzio che organizza e monitora il recupero dei rifiuti plastici in Italia), ha raggiunto quota 693mila tonnellate con un incremento del 5,5% rispetto al 2011. Un volume importante che coinvolge 7300 Comuni e 57,7 milioni di italiani. «Sono dati che fino a qualche anno fa erano impensabili - spiega il presidente di Corepla Giorgio Quagliuolo – e il trend continua a essere in forte ascesa. La previsione per il 2013 è di superare le 750mila tonnellate».
La fotografia della raccolta nel nostro Paese conferma il divario tra Nord e Sud, ma bisogna sottolineare i progressi di alcune aree come le Marche e la Campania che hanno raggiunto e in qualche caso superato la media nazionale (11,6 kg pro capite all’anno). Di tutto il materiale plastico recuperato nel 2012 solo un terzo o poco più proviene dal Centro-Sud. Il resto è opera delle regioni settentrionali dove brillano Veneto (23 kg), Trentino (15,7), Piemonte e Lombardia (15,4). In fondo alla classifica la Calabria (2,8) e appena sopra la Sicilia (3,6). «È vero, permangono forti disparità – continua Quagliuolo – ma ci sono anche aree del Nord in ritardo come le province liguri, e casi di eccellenza al Sud, vedi Salerno e Teramo».
Luci e ombre che si ritrovano anche allargando lo sguardo all’Europa. Come riporta il «Libro verde della Commissione Ue» nel nostro continente i rifiuti plastici hanno raggiunto quota 25 milioni di tonnellate. Di questi quasi la metà finisce in discarica (48,7%) mentre il resto (51,3%) viene recuperato, anche se poi solo il 21,3% arriva davvero a essere riciclato. Tra i paesi più virtuosi ci sono Germania, Paesi Bassi, Svezia e Danimarca che vantano percentuali, compresa la termovalorizzazione, tra l’80% e il 100%. Nel resto d’Europa la situazione è meno felice con paesi che spediscono buona parte dei rifiuti nelle discariche, considerato anche il basso costo dello stoccaggio (in casi limite 7 euro a tonnellata) che non incentiva percorsi alternativi.
«L’Italia sconta un ritardo nel recupero energetico, ma ha sempre rispettato e superato gli obiettivi indicati dall’Ue, arrivando a percentuali di riciclo pari al 36,8% del quantitativo immesso sul mercato quando la direttiva richiedeva il 22,5%» conclude Quagliuolo. E proprio questo rapporto (tra materiale generato e riciclato) è destinato a diventare sempre più importante se si considera che la produzione di plastica continua ad aumentare. Nel 2010 in Europa si è arrivati a 57 milioni di tonnellate (+4% rispetto al 2009) e le previsioni stimano che dopo aver pareggiato l’intera produzione del ventesimo secolo negli ultimi 10 anni, questa potrebbe triplicarsi entro il 2050. Senza un adeguato sistema di gestione (in ingresso e in uscita) si rischiano delle ricadute sull’ambiente.
La Commissione Ue calcola che solo negli oceani siano racchiuse 100 milioni di tonnellate di rifiuti (di cui l’80% in plastica) che fanno di Atlantico e Pacifico la più grande discarica al mondo. Da qui l’importanza del riciclo e più in generale di una gestione responsabile dei materiali. Perché se è vero che non avremo bisogno di forniture infinite di felpe in pile e cestelli per la spesa, l’attenzione e la cura per il pianeta non saranno mai abbastanza.