Raccolta differenziata: debacle dei capoluoghi pugliesi, ad eccezione di Andria
Legambiente Puglia boccia i risultati di RD a Brindisi (con il 26,90%), a Bari (con il 19,70%), a Lecce (con il 14,70%), a Taranto (con l’8,10%), e infine a Foggia (con il 3,70%). Virtuosa solamente Andria (67% di raccolta differenziata da settembre 2012 ad agosto 2013). Nonostante i prezzi bassi della vicina discarica di Trani, Andria trova conveniente la RD e invia l’umido a Modugno, a due passi da Bari. Al contrario il capoluogo invia l’80% dei propri rifiuti in discarica a Trani
28 October, 2013
Sul fronte delle percentuali di raccolta differenziata tutti i capoluoghi pugliesi sfigurano in confronto alle vette raggiunte dal comune di Andria. Eppure uno dei tre capoluoghi della Bat Provincia non è stato inserito nella speciale classifica, stilata da Legambiente nell’ambito del progetto Ecosistema Urbano 2013, poiché, come ha dichiarato oggi Francesco Tarantini presidente di Legambiente Puglia, “i dati inviati dalla provincia di BT (Barletta-Andria-Trani)” sono stati “considerati non completi e quindi parziali”.
Ma Legambiente non ha potuto non citare il brillante risultato di Andria nella propria relazione. “Unica eccezione – si legge nella nota di Legambiente - è Andria che ha raggiunto le percentuali previste dalla legge grazie all'avvio della raccolta differenziata porta a porta. Sempre in stallo, invece, la raccolta differenziata negli altri capoluoghi pugliesi, lontanissimi dagli obiettivi di legge, con Foggia ferma addirittura al 3,7%”.
Raccolta differenziata nelle grandi e medie città. Il caso Andria. Andria, 100 mila abitanti, densamente popolata con vari condomini sia in centro che in periferia, e inoltre con la presenza di aree industriali, riesce a raggiungere e a consolidare, ormai da un anno, il risultato del 67% di raccolta differenziata. In realtà se la media annuale fosse calcolata nell’anno solare (gennaio-dicembre 2012) scenderebbe al 27%, ma considerando il periodo in cui effettivamente ha avuto inizio il servizio di raccolta porta a porta, cioè nell’agosto-settembre 2012, la percentuale annuale, rilevata a settembre 2013, è del 67-68%.
Un risultato ancora più qualificato qualora se ne consideri il lato economico.
Pur avendo a disposizione la vicina discarica di Trani, una tra quelle con il prezzo di smaltimento per tonnellata più basso d’Italia, l’amministrazione ha trovato più conveniente fare la raccolta differenziata porta a porta e inviare le 800 tonnellate di organico raccolte in un mese (umido+verde) presso l’impianto di compostaggio di Modugno (a due passi da Bari), e le selezioni dei materiali provenienti dalla raccolta differenziata (carta, plastica,vetro e metalli) presso le varie imprese pugliesi del riciclo.
In effetti bisogna sottolineare che il prezzo dello smaltimento in discarica è solo una delle voci di costo che un comune deve sostenere quando smaltisce l’indifferenziato. Infatti ogni abitante paga per ogni sacco di indifferenziato che produce anche il trattamento della selezione, della trito-vagliatura, della biostabilizzazione, della produzione del combustibile solido secondario (conferito, quando c’è, presso i cementifici) e infine l’ecotassa, fissata ad oggi in Puglia a 25 euro per ogni tonnellata conferita in discarica. Per evitare questa stratificazione di costi, perciò, risulta più conveniente differenziare e inviare l’umido agli impianti di compostaggio, anche se distanti dal proprio comune e pur avendo a due passi una discarica comunale (Trani).
Ma perché allora le altre città non seguono questo esempio? Bari avvia al proprio impianto pubblico di selezione e biostabilizzazione l’80% dei propri rifiuti indifferenziati, pur avendo a meno di due chilometri l’impianto di compostaggio di Modugno, lo stesso che riceve rifiuti organici da Brindisi e Andria (distanti diversi chilometri). Il bilancio dell’Amiu sarà positivo, ma conviene ai baresi?
Come ha più volte sottolineato il presidente dell’Amiu Gianfranco Grandaliano sia con note stampa che recentemente in pubblico “la raccolta differenziata è costosa e poco convieniente” tanto che Amiu Bari ha affidato a Federambiente uno studio (che sarà pubblicato prossimamente) affinchè venga elaborato per il comune di Bari il piano dei costi della raccolta differenziata e questi messi a confronto con i prezzi praticati dalle discariche di Trani o di Giovinazzo.
In attesa dei dati, Eco dalle Città si limita a confrontare la tassa rifiuti del 2012 che le famiglie andriesi e baresi hanno pagato. Le prime hanno pagato nel 2012 di meno: 2,37€ per ogni metro quadro di unità immobiliare posseduta rispetto ai 2,72€ delle famiglie baresi, e senza rinunciare alla qualità dei servizi di spazzamento e di igiene urbana.