Quei cartelli fuorilegge davanti al Museo Egizio
Gli avvisi “terroristici” che bandiscono i ciclisti da via Accademia delle Scienze vanno cambiati perchè non regolamentari. I ciclisti possono passare nella strettoia di via Accademia delle Scienze perché nessuno glielo può attualmente impedire. Se poi non lo fanno, è per la loro correttezza nei confronti dei pedoni, non per i cartelli terroristici. I prossimi, quando ci si deciderà a sostituirli, siano meno volgari. Tanto più essendo nel torto - dalla rubrica "Pedali" di Leonardo Bizzaro de La Repubblica del 30.10.2013
30 October, 2013
Leonardo Bizzaro
L'incontro con due gentili vigili nel budello fra Museo Egizio e chiesa di San Filippo Neri è l’occasione per fare il punto sul divieto di transito alle biciclette in quel pezzo di via Accademia delle Scienze apparentemente insignificante, ma che è l’unico passaggio ciclopedonale sull’asse tra corso Vittorio e piazza Castello. E che, nonostante questo, viene chiuso ogni notte con due serrande. Perché? Chi lo ha autorizzato? Il Comune si direbbe, così infatti rispondono i due vigili fermandomi e facendomi scendere dalla bicicletta sulla quale avevo provocatoriamente imboccato la strettoia. Ma la risposta non è così ovvia. Come non è ovvio il fatto che sia impedito il passaggio in bicicletta durante il giorno. «Ci sono i cartelli che lo vietano», rispondono i vigili. Già, ma non sono cartelli regolamentari, come ci si potrebbe aspettare su una strada pubblica. Anzi, quelli affissi in alto sono i famosi avvisi “terroristici” sui quali tanto si era discusso mesi fa — raffigurano un ciclista che piomba su un gruppo di bambini e li lancia in aria — e che l’assessore Lubatti, in un’intervista su questo giornale a Diego Longhin, aveva promesso di far cambiare. «È vero, non sono regolamentari — concorda con me uno dei vigili — ma hanno una loro forza, come le scritte sui pacchetti di sigarette». Solo che queste sono autorizzate da una legge, quelli no: «Bisognerebbe guardare l’ordinanza », concedono i vigili, sempre con grande gentilezza.
L’ordinanza la si trova sul sito del Comune, è la 2488 del 23 maggio scorso. Tra le ipotesi dei vigili, c’era la possibilità che la strada fosse stata momentaneamente privatizzata per la presenza del cantiere dell’Egizio e quindi che i cartelli, pur non regolamentari, potessero essere accettati, pur con qualche strappo alla regola. Ma invece no. L’ordinanza dice che è concessa la presenza del cantiere, non che quel pezzo di strada sia stato privatizzato, se mai fosse possibile. Anzi, aggiunge di più. Cioè che il cantiere è concesso al Museo Egizio nel tratto fra via Maria Vittoria e via Principe Amedeo di via Accademia Albertina, anziché di via Accademia delle Scienze. Significa aver teletrasportato il museo, oltre ad aver concesso un cantiere in mezzo a piazza Carlina. Oppure significa aver preso un granchio, assessore Lubatti. Insomma, un guazzabuglio, in cui c’è un unico dato certo: i cartelli affissi dall’Egizio non sono regolamentari, vanno cambiati. I ciclisti possono passare nella strettoia di via Accademia delle Scienze perché nessuno glielo può attualmente impedire. Se poi non lo fanno, è per la loro correttezza nei confronti dei pedoni, non per i cartelli terroristici. I prossimi, quando ci si deciderà a sostituirli, siano meno volgari. Tanto più essendo nel torto.
Museo Egizio contro ciclisti: il cartello della discordia - da Retrò On Line del 23.07.2013