Inchiesta "Ambiente svenduto". Arpa Puglia si difende: "Ilva messa in mora più volte"
"Le analisi dell'Arpa - per il DG Giorgio Assennato - sono sempre state eseguite correttamente" tanto che almeno "per sei volte, sulla base delle nostre rivelazioni, abbiamo messo in mora l'Ilva. Vi pare un atteggiamento di uno ammorbidito?" Lo accerterebbe anche una nota di Altamarea. Articolo di Giuliano Foschini del 31 ottobre 2013 – bari.repubblica.it
03 November, 2013
Professore, l'accusa è: Vendola ha fatto pressioni sull'Arpa perché mutasse il proprio atteggiamento.
"Partiamo dal principio. L'Arpa è un organo tecnico scientifico. Il nostro compito è effettuare controlli non trovare soluzioni. Bene, che analisi avremmo truccato? Che controlli saltato? Che regalo avremmo fatto all'Ilva?".
Estate del 2010. Il benzo(a)pirene è alle stelle. Si discute della nuova legge regionale. L'Ilva è infuriata, perché rischia uno stop o una diminuzione della produzione .
"È vero".
All'inizio di giugno avete certificato i superamenti del benzo(a)pirene. E pochi giorni dopo, il 22, c'è la riunione con Vendola e lo stato maggiore della Regione nella quale secondo quanto dice Archinà a Riva lei e i suoi dirigenti venite fortemente redarguiti dal presidente.
"Io non sono mai stato redarguito fortemente da Vendola. Se lo fossi stato me ne sarei andato immediatamente. Ho un'età che me lo consente".
Andiamo avanti. Il 23 giugno c'è una nuova riunione in Regione con i Riva. E lei viene tenuto fuori dalla porta. Il dirigente Antonicelli la redarguisce a non usare "i dati tecnici come bombe carte che poi si trasformano in bombe a mano".
"Se Antonicelli mi avesse detto una frase di questo genere, l'avrei preso a calci nel sedere. E comunque, mettiamo che si fosse ubriacato prima di dirmela, le carte successive dimostrano altro".
Le note a cui fa riferimento Assennato sono una decina. Quella centrale è datata 30 giugno. A scrivere sono l'assessore all'Ambiente Nicastro e il suo dirigente Antonicelli. Il destinatario è il ministero e per conoscenza c'è anche l'Arpa. "A seguito dell'emergenza ambientale dovuta al superamento dell'obiettivo di qualità per i livelli di benzo(a)pirene è emersa la necessità di intervenire sulle aziende presenti nell'area industriale di Taranto (...) Per questo si ribadisce l'esigenza di prevedere per le Aia in corso idonee prescrizioni di esercizio. In tal senso di invia copia relazione di Arpa Puglia. Antonicelli mi dice di non utilizzare quei dati e poi il giorno dopo che fa, li manda al ministero?".
Magari la Regione voleva lavarsi le mani.
"No. La Regione denuncia. È il ministero (ndr, la risposta della commissione è del 6 luglio) che se ne lava le mani. Perché davanti a quei numeri che inchiodavano l'Ilva, dicono che non c'è bisogno di fare nulla. E non fanno nulla. Ora noi abbiamo ricevuto l'avviso di garanzia e le condotte di Roma invece mi pare siano state ritenute legittime".
Lei è certo di non avere avuto mai pressioni da Vendola?
"Mai".
E allora perché il 29 giugno del 2010 al telefono si infuria con Archinà che l'aveva scavalcato andando a parlare con Vendola? Lei dice: "Sono stato delegittimato. E' intervenuto il presidente".
"Ero furioso. Perché quei sisognori erano andati dal Governatore forse per provare a ottenere una pressione e non si dovevano permettere. Siamo noi l'ente di controllo. Con noi dovevano parlare".
E' quello che dice la magistratura: vi scalcavano per farvi ammorbidire.
"Ma io non ho mai ricevuto una telefonata dopo quell'incontro. Abbiamo continuato tutti a fare il nostro lavoro. C'è una nota di Altamarea, un'associazione ambientalista, dell'aprile 2011. Fa la conta dei nostri interventi dal 2010 a quella data. Per sei volte, sulla base delle nostre rivelazioni, abbiamo messo in mora l'Ilva. Vi pare un atteggiamento di uno ammorbidito? D'altronde, anche la magistratura è in un paradosso".
Quale?
"Io sono un verme. Uno che si vende per la riconferma. Ma perché hanno nominato come custodi giudiziali uomini e donne dell'Arpa? Professionisti che lavorano accanto a me e che io ho voluto? Sembra una contraddizione".
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