“Road pricing, si parta da bus e Tir”
La tassa d’ingresso immaginata da Musy potrebbe partire da loro. La decisione sarà affidata a un referendum in primavera. Ma l’idea di far pagare i pendolari non piace ai sindaci della cintura - da La Repubblica del 04.11.2013
04 November, 2013
Gabriele Guccione
Tanto per cominciare il pedaggio potrebbero pagarlo
i bus dei turisti e i tir che entrano in città, con una sperimentazione “light” che potrebbe estendersi gradualmente a tutti gli altri mezzi, auto private comprese. Non passa giorno in cui il progetto del road pricing, l’idea di far pagare un prezzo, minimo un euro, alle auto dei non torinesi che entrano in città, così da mettere insieme giorno dopo giorno un gruzzolo capace di finanziare la costruzione della Linea 2 della metropolitana,
non si arricchisca di nuove formulazioni. «Perché non cominciare con i mezzi pesanti, cominciando a riflettere su un sistema di agevolazioni e abbonamenti per i pendolari?» propone il presidente della Commissione ambiente, Marco Grimaldi.
Nel giro del prossimo mese il Consiglio comunale sarà chiamato a dare il via libera alla proposta di referendum consultivo sul road pricing per cui si potrebbe andare al voto con le prossime Europee. Il giorno dopo i funerali di Alberto Musy, dal quale era nata l’idea di far leva sul pedaggio per trovare i fondi per le nuove infrastrutture, i referendari, il radicale Igor Boni e Luigi La Vecchia di «Alleanza per la città» hanno scritto ai consiglieri comunali per chiedere di raccogliere l’eredità politica del consigliere comunale ucciso, «dando seguito al progetto road pricing». Tra le prime adesioni c’è stata quella di Sel, con Grimaldi, appunto. «L’idea del referendum è positiva e lo sosterremo — dice — Le modalità andranno tutte studiate».
I gruppi di lavoro di «Alleanza per la città» che lavoravano attorno a Musy, e che ora si sono di nuovo raccolti a Dario Troiano, hanno messo a punto uno studio con almeno due ipotesi: una meno cara, una di più. Immaginando di far pagare l’80 per cento dei 240mila pendolari-automobilisti che ogni giorno entrano in città (gli ingressi totali, torinesi compresi, sono 420mila) si potrebbe incassare dai 67 ai 95 milioni di euro all’anno, a seconda che si scelga una tariffa giornaliera di un euro per auto e di due euro per camion, oppure quelle da 1,5 e 2,5 euro. Denari che andrebbero a coprire i mutui per la realizzazione delle infrastrutture di cui la città ha ancora bisogno, e a cui fatica a far fronte in tempi di vacche magre. «Il road pricing — spiega La Vecchia — entrerebbe in funzione solo a metropolitana realizzata, per dare ai cittadini un’alternativa valida». Con il referendum proposto dal radicale Silvio Viale si deciderà una linea: «Volete voi l’accesso a pagamento nell’area cittadina?». Declinarla nella realtà è un altro conto, tanto che nei mesi scorsi l’assessore alla Viabilità, Claudio Lubatti, aveva ipotizzato un road pricing che includesse tutti i Comuni della cintura. «Più si allarga la cerchia degli esclusi dal pedaggio — fa notare La Vecchia — più ci si allontana dallo scopo di avere risorse a disposizione per pagare le infrastrutture».
Intervista a Roberta Meo, sindaco di Moncalieri:
“Torino non può ignorarci si decide con l’hinterland”
«Non siamo stati mai favorevoli al pedaggio per chi entra a Torino. E comunque sono ragionamenti che vanno affrontati su scala metropolitana, soprattutto quando si tratta del sistema delle infrastrutture». Attende di capire come si muoverà il capoluogo, il sindaco di Moncalieri, Roberta Meo. E pone la condizione fondamentale che non si muova da solo, ma decida tenendo conto dei comuni della cintura.
Pensa che il road pricing sia un’iniziativa dannosa per l’hinterland, compreso il suo Comune?
«Progetti simili possono andare bene solo se si associano a sistemi di infrastrutture efficienti, capaci di fornire alle persone che devono spostarsi una alternativa seria all’uso dell’auto. Perché se così non fosse sarebbero provvedimenti prematuri».
Non pensa che anche i Comuni della cintura debbano farsi carico dei costi di infrastrutture come la metropolitana, di cui godono anche i loro cittadini?
«Penso che le infrastrutture necessitino di ragionamenti politici coesi. Non si può non tenere in considerazione l’area metropolitana. Non sarebbe efficiente per nessuno».
Che fine ha fatto lo studio di un road pricing allargato ai confini anche degli altri Comuni?
«Era stata fatta un’ipotesi in tal senso, ma non se n’è più parlato: il problema non è mai stato affrontato concretamente».
Pensa che anche Moncalieri, a questo punto, possa decidere come controffensiva di imporre un pedaggio?
«Ognuno, singolarmente, può essere libero e autonomo di decidere ciò che vuole. Non credo però che sarebbe una grande idea».