Rifiuti, verso una sola azienda in provincia
E l’Amiat contesta i dati: non siamo i più cari - da La Stampa del 20.11.2013
20 November, 2013
di Andrea Rossi
La scommessa andrà valutata nel lungo periodo, ma il progetto di creare un’unica azienda dei rifiuti nella Provincia di Torino continua a marciare.
Società unica
Dopo la relazione sullo stato dell’arte prodotta dall’Ato rifiuti, l’autorità provinciale che governa tutto il ciclo dell’immondizia, varata venerdì scorso, ieri tutti i consorzi del Torinese hanno approvato la relazione prodotta dall’Ato, superando le resistenze di alcuni Comuni, come Moncalieri.
Torino ci crede
Un gruppo più ristretto, guidato da Torino - insieme con i consorzi della cintura Ovest, della cintura Sud e di Settimo e dintorni - ha dato il via libera al secondo step: studiare le soluzioni pratiche, dall’accorpamento di servizi alle fusioni vere e proprie tra le aziende. E ha dato mandato all’Ato, e al suo presidente, Paolo Foietta, di procedere. Qualcuno lo sta già facendo: Cados (il bacino che accorpa Collegno, Grugliasco e Rivoli) e Covar (Nichelino e Moncalieri) stanno lavorando a una possibile aggregazione, nonostante i dubbi di Moncalieri. «Avviare sinergie è fondamentale per una maggiore efficienza», spiega Enzo Lavolta, assessore all’Ambiente di Torino. «Adesso, grazie a questo studio, ognuno di noi ha gli elementi per giudicare quale sia il percorso migliore da seguire: integrazione o fusione vera e propria».
La difesa di Amiat
Sul documento realizzato dall’Ato, in cui si analizzano caratteristiche, costi e criticità del sistema, non tutti sono d’accordo. Ad esempio Amiat, l’azienda che serve Torino. Sulla società più grande e complessa della Provincia, da mesi sono puntati gli occhi di chi chiede una riduzione della Tares, la nuova imposta sulla spazzatura, ipotizzando che il costo del servizio sia eccessivo. C’è chi mette in evidenza l’elevato numero di dipendenti e chi la tariffa per abitante, 183,8 euro (esclusi spazzamento e lavaggio delle strade) contro i 159 del resto del Torinese e addirittura i 113 delle aree più virtuose. Rilievi che Amiat contesta. «Non è corretto considerare per Torino una popolazione di 872 mila persone, quando sulla città, tra residenti e chi ci viene per lavoro, ne gravitano ogni giorno almeno un milione e 100 mila - sostiene l’amministratore delegato Roberto Paterlini : così il costo pro capite scende a 145 euro, sotto la media della Provincia». E’ anche vero, secondo la relazione dell’Ato, che Torino risulta la più cara anche considerando un dato neutro, come il costo dello smaltimento dell’immondizia per tonnellata: 373 euro per l’indifferenziata contro una media provinciale di 299 e minimi di 178 euro.
Numeri controversi
A chi considera troppi i 1.836 dipendenti di Amiat («300 in meno di sei anni fa, quando sono arrivato», precisa il presidente Maurizio Magnabosco), l’azienda replica: «Il 25 per cento dei nostri ricavi, circa 45 milioni, arriva da altre attività e producono risorse che hanno permesso al Comune di tenere la Tarsu più bassa che altrove. Per questi servizi, però, servono lavoratori ad hoc, soprattutto impiegati». Senza contare, insiste Paterlini, il peso degli oltre 300 addetti allo spazzamento delle strade: «Costano 38 milioni l’anno sui 158 che la città paga ad Amiat; ma nei piccoli comuni è un servizio che non esiste. Paragonare i costi di Torino ad altre realtà è improponibile».
La scommessa andrà valutata nel lungo periodo, ma il progetto di creare un’unica azienda dei rifiuti nella Provincia di Torino continua a marciare.