Europarlamento: "Niente più rifiuti plastici riciclabili in discarica dal 2020"
Approvata la proposta presentata dall'europarlamentare Vittorio Prodi che chiede di proibire la messa in discarica di tutti i rifiuti riciclabili e recuperabili entro il 2020, che ha preso la parola anche sul caso sacchetti, chiedendo che vengano proibiti i materiali oxobiodegradabili
28 November, 2013
La Commissione Ambiente del Parlamento europeo ha appena approvato la proposta del relatore Vittorio Prodi (PD) di proibire la messa in discarica di tutti i rifiuti riciclabili e recuperabili entro il 2020. Questa ed altre misure atte a mettere fine all'enorme spreco di risorse rappresentato dallo smaltimento in discarica e incenerimento dei rifiuti plastici.
"Il Parlamento europeo lancia un segnale forte affinché quel 79% di rifiuti plastici che oggi vengono bruciati o interrati vengano restituiti alla nostra economia come risorse. Si tratta di 20 milioni di tonnellate di materiale da non gettare via, viste le attuali pesanti conseguenze per l'ambiente e la salute umana", ha dichiarato Vittorio Prodi. Su proposta di Prodi, i parlamentari hanno anche chiesto di "eliminare, sempre entro il 2020, le sostanze pericolose ancora utilizzate nella produzione delle plastiche, come i metalli pesanti, insieme a quei materiali cosiddetti oxo-frammentabili che in realtà non si degradano in ambiente e che contengono pericolosi additivi chimici".
Parallelamente, i parlamentari hanno chiesto che l'utilizzo dei sacchetti di plastica monouso non biodegradibili e non compostabili venga drasticamente ridotto e proibito ove possibile entro il 2020. "La grande maggioranza dei cittadini europei che si è espressa in materia ha chiesto già nel 2011 di eliminare dal mercato i sacchetti di plastica convenzionale, promuovendo quelli riutilizzabili e compostabili*, anche per combattere il crescente ed inquietante fenomeno dell'inquinamento marino da microplastiche. Oggi il Parlamento si fa portavoce della domanda degli elettori per un ambiente sano e produzioni economiche e consumi che utilizzino al meglio le risorse naturali, restituendo i materiali ai cicli economici e biologici" ha concluso Prodi.
* Questo il testo della domanda contenuta nel sondaggio:
"Biodegradabile: definizione da riscrivere?
Sono appropriati gli attuali criteri che definiscono la compostabilità e la biodegradabilità nella Direttiva Imballaggi? (Ndr: UNI EN 13432, che come insegna Assobioplastiche) Questi criteri sono considerati pienamente appropriati da appena il 12% dei partecipanti alla consultazione. Parzialmente appropriati dal 26%. Inappropriati dal 29%. Il 31% non sa come esprimersi. Ma in che direzione dovrebbe essere fatta un'eventuale correzione? Il 79% di chi ha risposto, ritiene che dovrebbe potersi definire biodegradabile esclusivamente ciò che si biodegrada naturalmente in acqua o nel terreno".
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