“Bus e tram: altri tagli e si ferma tutto”
L’allarme del Comune La Regione chiede di ridurre del 29 per cento il costo del servizio per il prossimo anno. L’assessore Lubatti: impossibile farlo senza cancellare le linee poco utilizzate e ridurre la frequenza dei passaggi. Da la Stampa del 29.11.2013
29 November, 2013
di Beppe Minello
Sono momenti difficili. In particolare quando ti dicono che la cinghia che stai tirando e che ormai non ha più buchi dev’essere stretta ulteriormente. È accaduto a Walter Ceresa, da pochi mesi presidente e ad di Gtt il quale, ieri in Commissione Trasporti, s’è sentito dire dall’assessore Claudio Lubatti «che nel 2014 la Regione intende tagliare del 24%, cioè di altri 15 milioni, i fondi destinati a finanziare il trasporto pubblico locale».
Taglio di 12 milioni di km
«Una botta - ha spiegato il responsabile comunale dei Trasporti - dalla quale non credo sia possibile riprendersi se non tagliando pesantemente il servizio». Parole che hanno sorpreso e preoccupato Ceresa. E il motivo è presto detto: ogni anno dalla Regione dovrebbero arrivare circa 174 milioni essenziali per far viaggiare i bus, i tram e i l metrò. Una quantità di denaro con i quali si pagherebbe la percorrenza su 52,7 milioni di chilometri. Perché tanti condizionali? Perché dal 2010 ad oggi quella cifra è sempre arrivata decurtata per non parlare dei ritardi: del 3% nel 2011, del 7 l’anno dopo, fino al 15% di quest’anno che va a finire. E ogni anno gli sforzi dell’azienda di corso Turati sono riusciti, non senza fatica e polemiche, ad adeguarsi.
«Sacrifici ogni anno»
«Complessivamente - ha detto Ceresa ai consiglieri Comunali presieduti da Mimmo Carretta del Pd - abbiamo dovuto fare a meno di una cinquantina di milioni». Con il nuovo taglio chiesto dalla Regione «dovremmo tenere in piedi il servizio con circa 136 milioni che ridurrebbero i 52,7 milioni di chilometri previsti nel 2010 ad appena 41 milioni - spiega Lubatti -, numeri insostenibili a fronte di un aumento della domanda, causata dalla crisi che spinge più gente sul mezzo pubblico, del 15%». Un numero impressionante tenendo conto che nel 2012 Gtt ha toccato il record di 200 milioni di passeggeri. Dunque, riduzioni pesanti che si possono affrontare solo tagliando pesantemente. Walter Ceresa, al consigliere Pd Alunno che sosteneva la necessità e il coraggio di adottare nuove misure per rendere «più efficiente» il trasporto pubblico, ha annunciato che «entro fine anno Gtt avrà in mano uno studio elaborato da Politecnico, Azienda metropolitana e tecnici di corso Turati, per razionalizzare il servizio».
Tante linee poco utilizzate
Cosa questo in concreto significhi non si sa ancora, ma non è difficile ipotizzare dove si andrà a parare: del centinaio di linee che attraversano la città, appena una quindicina trasporta il 50% del totale dei passeggeri, mentre su altre 33 linee viaggia solo il 10%. Se foste Ceresa dove interverreste? Prima delle 7 e la sera tardi ci sono bus e tram che si muovono praticamente deserti: sono un servizio importante, ma in tempi di vacche magre come gli attuali possiamo ancora permetterceli? Ecco, studi alla mano, compreso un nuovo piano industriale per rivoluzionare le linee tramviarie, a fine anno - in concomitanza con la gara per vendere il 49% di Gtt - corso Turati elaborerà un nuovo piano per ridurre i costi del servizio e avvicinarsi a quell’ulteriore 9% di sacrifici lacrime e sangue necessari per raggiungere la quota 24% pretesa dalla Regione e contestata da Palazzo Civico.
E che i tagli non sono indolore lo hanno sperimentato i pendolari i quali hanno visto precipitare, dal 2010 ad oggi, il numero di veicoli circolanti dagli originari 1020 a 890. Una riduzione ottenuta incidendo soprattutto su turni e passaggi, vale a dire rarefacendoli e aumentando conseguentemente i disagi dovuti ai ritardi. Una realtà, che se passasse l’imposizione della Regione, non potrebbe che aggravarsi. Lubatti è incontenibile e un bel po’ arrabbiato: «Quel 15% di tagli già raggiunti con enormi sacrifici è un punto di non ritorno. Oltre, ogni riduzione si tradurrà in un servizio in meno ai cittadini».