Centro assediato, ma non si compra
Via Roma di nuovo chiusa per folla: “Cioccolatò” verso i 300 mila visitatori. Ma lo shopping resta “esplorativo”. Successo per la patinoire, i mercatini, le Luci d’Artista e i tram d’epoca. E quest’anno non si paga il parcheggio. Da La Stampa del 2.12.2013
02 December, 2013
Emanuela Minucci
Provate a infilare mezza città in un tubo. E a vedere l’effetto che fa. Via Roma ieri pomeriggio era così: un autobus nell’ora di punta. Giornata in cui lo struscio può arrivare a essere doloroso, con i gomiti del signore davanti che ti massaggiano le costole e il passeggino che ti sale sui piedi mentre cerchi di saltare un bassotto senza guinzaglio e di evitare il palloncino di Bugs Bunny in piena faccia. Insomma, un assalto. Ancora a borsellino chiuso (i sociologi lo chiamano «shopping virtuale»), ma comunque festoso, e già tanto natalizio. Al punto che il Comune è stato costretto, per la seconda volta di seguito, la domenica, a chiudere al traffico la via salotto, a partire dalle 17: perchè le famiglie, i ragazzini, le anziane coppie in cerca di luci, colori, senso di festa e novità, se la sono conquistata «manu militari» questa via.
La carica dei 300 mila
Ci voleva un dicembre come questo, con nove gradi e il sole dopo una breve nevicata, le navette elettriche Star insieme con le strisce blu gratuite, una grande manifestazione come «Cioccolatò» che batte tutti i record con 300 mila visitatori (solo oggi si avranno i dati definitivi, ma si veleggia verso questa cifra) nel salotto buono di piazza San Carlo, il Torino Film Festival appena concluso che ha lasciato qui per tutto il weekend ancora molti stranieri e l’apertura della patinoire in piazza Carlo Alberto insieme con la giostrina liberty dei bambini. E poi il presepe di Luzzati al Giardino Sambuy inaugurato dalla Taurinense, un mercatino diverso ad ogni angolo, (il più frequentato in via Cesare Battisti) i tram d’epoca che fanno il giro delle Luci d’Artista, e poi i caldarrostai (sono raddoppiate le richieste alla divisione commercio, quest’anno) la musica dal vivo di gruppetti che intonano improbabili arrangiamenti elettronici di Jingle Bells, vestiti da Babbi Natale.
Un budget da 150 euro
Che questo sia un anno ancora durissimo non lo nega nessuno. Paolo Bertolini , presidente di via Roma ci va cauto: «C’è un bel clima, siamo molto soddisfatti, la folla in centro è già un bel segnale, ma ciò non significa automaticamente che si faranno buoni affari». Intanto se si ferma la gente per strada chiedendogli cosa lo ha portato in centro la risposta è una sola: «La voglia di guardare le vetrine» o al massimo comprare qualche cioccolatino in piazza San Carlo. Per vedere i registratori di cassa cantare bisogna andare nelle pasticcerie tradizionali, nelle mecche del regalo eno-gastronomico, utile ma contenuto nei costi e nei negozi dove trovi un vestito a 18 euro come Zara, Ovs, H&M. E poi c’è il fenomeno costante della maxi coda da Nespresso: ma questa è un’altra storia, perchè al rifornimento delle cialde non si rinuncia.
I pini nel ghiaccio
C’è da dire, però, che i commercianti si stanno dando da fare. Si va dalle piccole cose, come il magnifico albero di Natale, rigorosamente vero e tempestato di palline d’epoca offerto da Rao (è vivo, sta all’interno della bottega e per lasciarlo al fresco ne avvolgono il vaso in una cascata di ghiaccio, come fosse una bottiglia di Dom Perignon) alla vetrina di Stratta con un Babbo Natale bianco come la neve che incanta i bambini come una favola. Poi c’è chi ha capito che anche la frutta di questi tempi può diventare un regalo-gioiello, e allora intreccia mandarini come fossero collane e assembla l’aglio rosso con i lustrini di Natale.
Tutt’attorno il vuoto
«Basta spingersi in piazza Solferino e la città diventa vuota» spiegava ieri il vigile urbano alla radiotrasmittente collegata alla centrale. Ed era vero. È normale che le vasche si facciano in via Roma e nelle piazze pedonali, ma ieri si poteva godere di vetrine spettacolari anche in via Monte di Pietà o piazza Vittorio. La prossima volta, insomma, si può andare oltre la vasca classica dello shopping.
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