Pechino, continua la campagna "anti-barbecue" contro lo smog
Smantellati causa inquinamento a Pechino oltre 500 barbecue illegali all'aperto, i tradizionali ristorantini tanto diffusi nelle città cinesi che cucinano per lo più spiedini di carne la sera per le strade, corresponsabili dell'emissione di fumi nocivi in grado di peggiorare la già disastrosa situazione dell'aria
02 December, 2013
Smantellati causa inquinamento a Pechino oltre 500 barbecue illegali all'aperto, i tradizionali ristorantini tanto diffusi nelle città cinesi che cucinano per lo più spiedini di carne la sera per le strade. Le autorità della capitalegià dallo scorso mese di agosto, avevano iniziato una campagna anti-barbecue, nell'ambito di un piano più ampio promesso per ridurre lo smog che soffoca la capitale.
Le improvvisate cucine di questi piccoli stand che vengono installati sui marciapiedi sono ritenute corresponsabili dell'emissione di fumi nocivi in grado di peggiorare la già disastrosa situazione dell'aria a Pechino. La Cina ha messo in cantiere un generale programma per la difesa dell'ambiente che include anche la riduzione della circolazione dei veicoli con un sistema di targhe alterne e prevede la chiusura delle scuole nei giorni in cui il livello delle particelle PM 2,5 nell'aria è particolarmente critico. Attraverso questi provvedimenti Pechino spera di riuscire a ridurre il livello di smog del 25% entro il 2017.
Ma, almeno per quanto riguarda l'abolizione dei barbecue per strada, c'e' chi ritiene che oltre all'inquinamento ci sia dell'altro. E che oltre che una campagna anti-smog questa sia anche una campagna anti-uighuri, la minoranza musulmana che vive nella provincia occidentale dello Xinjiang, visto che la maggior parte di questi chioschi sono gestiti da loro.
Leggi anche:
Troppo smog, vietati gli spiedini. La nuvola nera a Pechino