Torino, immondizia selvaggia. Allarme discariche
«In certe zone della città la puzza è soffocante» L’area più colpita è la Falchera: un “tappeto di rifiuti” lungo chilometri. La Stampa Torino del 4.12.2013
04 December, 2013
Di Paolo Coccorese
In strada Cuorgnè, dietro i campi sportivi, c’è una montagna di lastre di amianto arrivate da chissà dove. Poi, ci sono i cumuli di rifiuti che incorniciano i tanti campi nomadi della zona: da via Germagnano, fino a lungo Stura Lazio, passando per strada Aeroporto. La mappa della mondezza selvaggia di Torino Nord, vira intorno alle aree di cantiere di via Cigna e dell’ex Alfa Romeo di via Botticelli, fa fiorire discariche nei prati incolti del Villaretto e nei paraggi di strada Bellacomba, e ritorna alla Falchera. Dove nelle acque dei suoi laghetti artificiali nuotano pneumatici, automobili e macerie varie.
La città dei rifiuti
È negli spazi poco vissuti, scarsamente controllati e in attesa di rilancio da tempi immemori che si accumulano i rifiuti delle discariche abusive. Mattoni e calcinacci provenienti da qualche ristrutturazione, gomme di auto che costava troppo smaltire regolarmente, elettrodomestici di tutte le forme e le annate, vecchi materassi e vestiti ormai fuori moda. Briciole nascoste sotto un tappeto che si estende da Madonna di Campagna fino a Rebaudengo, passando per Barriera di Milano. Quartieri della zona Nord: una città nella città fatta di immondizia nascosta nei suoi anfratti più celati. Ovviamente illegalmente. E in barba a tutte le preoccupazioni per la salute di chi ci abita.
Falchera
La Falchera è l’area più colpita. E gli interventi di pulizia sono vanificati dopo pochi giorni. Al fondo di viale degli Ulivi, alle spalle della stazione Stura, le strade sono costeggiate dalle montagne di rifiuti. Nei prati una collezione di paraurti, sotto il ponte autostradale, ripulito recentemente, sono visibili ancora i segni dell’ultimo incendio doloso acceso per liberarsi dell’immondizia che ostruiva il passaggio. La situazione più difficile? Ai margini di strada Cuorgnè. «Sette anni fa abbiamo fatto una raccolta firme, ma non è servito a nulla – dice un residente, Gilberto Angeloro -. La strada sopra è provinciale, quella sotto del Comune, la riva dell’Ativa. E così nessuno fa niente». Si potrebbero creare dei parcheggi. Le telecamere ci sono già, ma sono spente. «Perchè tra polizia e vigili nessuno vuole prendersene carico», dice Angeloro. Nel 2010, in tutta la Circoscrizione 6 erano 59 i siti sottoposti a controllo periodico per il problema discariche abusive.
Quinta circoscrizione
Criticità comune ai quartieri della Quinta. «I problemi da noi sono maggiori perchè ci sono tante aree di cantiere e perchè, essendo zona di cerniera, ci sono ampi spazi vuoti, senza una vocazione», dice il presidente della Sesta, Nadia Conticelli. Combattere il fenomeno non è facile. «Prima alcuni interventi di pulizia rientravano nel contratto di servizio con Amiat – aggiunge -. Oggi, sono tutti “straordinari” e molto costosi».
Effetti della crisi
Per risolverlo, tre possibili interventi: occupare i «terreni di nessuno», aumentare i controlli, far emergere il mercato nero dello smaltimento di rifiuti. Anche, Rodolfo Grasso, dal Tavolo Sociale della Falchera, la pensa così. «E’ un malcostume che si è accentuato con la crisi. I muratori che lavorano in nero non possono andare a scaricare in discarica senza mostrare le ricevute. E chi può vuole liberarsene risparmiando in ogni modo». Così si cercano soluzioni alternative per i rifiuti. In un prato, una strada poco trafficata o un cantiere dimenticato della periferia Nord.
Quattro domande a Carla Pairolero, presidente del circolo Legambiente Metrpolitano
«Le discariche abusive sono un problema che si trascina da quasi 20 anni. E che nessuno si impegna risolvere», attacca Carla Pairolero, presidentessa dell’associazione Legambiente Metropolitano.
Quali sono le aree prese di mira?
«La zona Nord. Villaretto, Falchera, Madonna di Campagna. La Stura è una cloaca. Ci scaricano di tutto come facevano gli antichi, ma allora non c’erano i rifiuti pericolosi. E ha visitato strada Bellacomba?».
Perchè?
«Lì, per passarci ci vogliono mezzi simili agli spazzaneve che spostano le montagne di immondizia. E se si scava il terreno ci trova metri di schifezza».
Sembra la «Terra dei fuochi» dove la camorra sotterra l’immondizia...
«Non è tanto diverso. Nelle discariche si trovano vernici, pneumatici, prodotti chimici, latte di oli esausti, i resti delle cantine svuotate. Materiale a cui spesso viene dato fuoco. I residenti di via Tempia, chiamavano la zona sotto le loro finestre la “terra dei fuochi”».
Un problema per la salute?
«Ci preoccupiamo per l’inceneritore del Gerbido, ma in questa parte di città respiriamo una puzza soffocante. Non si può fare un metro senza trovare una latta di vernice abbandonata o un materasso. Quando vedo i furgoncini bianchi, mi viene un groppo alla gola: sono sicura che stanno per andare a scaricare rifiuti illegali».
C’è anche l’amianto nella maxi pattumiera a pochi passi dalla Stura, La Stampa del 4.12.2013