Greenmove, presentato a Milano il progetto del Politecnico sul vehicle sharing
Presentati a Milano i risultati di Greenmove, il progetto di ricerca realizzato da Politecnico di Milano e Fondazione Politecnico per migliorare la circolazione in città. Una ricerca multidisciplinare che si concentra su aspetti e campi diversi, da quello ambientale, a quello economico per creare un sistema di sharing flessibile, che si adatti alle diverse esigenze dell’utenza
06 December, 2013
di Giulio Gonella
Venerdì 6 dicembre è stato presentato a Milano Greenmove, progetto di ricerca del Politecnico di Milano e della Fondazione Politecnico che coinvolge otto dipartimenti - da Elettronica, a Bioingegneria, fino a Design - incentrato sul vehicle sharing “elettrico, vicino, aperto, leggero”, come recita lo slogan del progetto.
Greenmove si presenta come una ricerca multidisciplinare, che si concentra su aspetti e campi diversi, per creare un sistema di sharing flessibile, che si adatti a target diversi e alle diverse esigenze dell’utenza. I campi delle ricerca sono stati diversi: da quello ambientale, a quello economico; con la creazione di un vero e proprio “modello di business”, infatti, si possono studiare i comportamenti di un determinato target di riferimento in determinate situazioni (come i percorsi più frequenti su base giornaliera, i chilometri medi di uno spostamento…) permettendo di creare delle configurazioni che possano aiutare a migliorare il servizio.
Inoltre, la sperimentazione nell’ambito del progetto di un “car sharing di condominio” apre nuovi fronti anche nel campo dell’innovazione sociale e della condivisione, non solo di un veicolo creato ad hoc ma anche della propria auto privata che, come viene più volte evidenziato, “è ferma in media per il 90 percento del tempo“.
Tutto questo è reso possibile da una piattaforma tecnologicamente avanzata: la “Green box”, sorta di scatola nera, che può essere implementata su qualsiasi veicolo, rendendolo automaticamente parte dello sharing. Green box che funziona anche in maniera attiva come una stazione di raccolta dati, che vanno dalla geolocalizzazione del veicolo all’analisi dello stile di guida.
Proprio il modo di gestire i dati è sicuramente un punto forte del progetto: si parla infatti di open data, cioè dati pubblici, consultabili e utilizzabili da tutti, soprattutto - ed è questo quello che si auspica - dai gestori che già offrono un servizio di car sharing. “Ben vengano offerte diverse di car sharing, ma quello che ancora manca è l’open source delle informazioni raccolte” commenta Andrea Poggio, vicedirettore generale di Legambiente, a margine della presentazione, “le informazioni sulla mobilità e sul traffico dovrebbero costituire un patrimonio pubblico, in modo da semplificare la vita all’utente finale del servizio”.
Al convegno erano presenti anche rappresentanti delle aziende di car sharing E-vai e Car2GO, e della Fondazione Housing Sociale, che riconoscono l’innovazione dello studio Greenmove, cominciato quasi quattro anni fa, “nell’aver anticipato alcuni macrotrend, come l’utilizzo dello smartphone invece della tessera per prenotare e sbloccare le auto” e si dicono “aperti al dialogo con tutti”, anche se per ora non si esprimono sull’idea di una piattaforma di dati aperta e condivisa.