Verso l'accordo Anci-Conai, intervista al direttore Walter Facciotto
Il direttore di Conai, Walter Facciotto, racconta ad Eco dalle Città la crescita del Consorzio dalla sua fondazione ad oggi: "Nel corso di 15 anni di vita del Conai si è passati da circa 190.000 tonnellate di materiali di imballaggio avviati a riciclo nel 1998 a oltre 3,5 milioni di tonnellate nel 2012, con un riconoscimento economico per i Comuni da parte del sistema consortile, solo nel 2012 di oltre 320 milioni di euro di corrispettivi"
16 December, 2013
"Siamo ormai giunti ad un buon punto nella stesura del nuovo accordo quadro Anci-Conai. Con buonsenso e realismo sono certo che si troverà l’intesa" dice Walter Facciotto, direttore del Conai alla vigilia di quella che potrebbe essere la stretta pre-natalizia nella trattativa con l'Anci, l'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani.
L'accordo di programma quadro che regola i rapporti fra i Comuni e il Conai per il conferimento dei rifiuti di imballaggio, raccolti in modo differenziato, ai Consorzi di Filiera è un architrave del ciclo dei rifiuti urbani, e a questo rinnovo si arriva con aspettative e difficoltà non facili da comporre.
"Bisogna ricordare che il nostro compito è quello di avviare a riciclo/recupero i rifiuti di imballaggio, prevalentemente di origine domestica. Lo strumento principale per raggiungere questo obiettivo è proprio l’accordo quadro Anci-Conai, che definisce i criteri di conferimento e i relativi corrispettivi che rappresentano i maggiori oneri sostenuti dai Comuni o dai gestori per l’organizzazione del servizio di raccolta differenziata degli imballaggi. Il sistema, così come è stato organizzato, rappresenta un esempio concreto del principio della responsabilità condivisa: il cittadino separa in casa i rifiuti secondo le indicazioni dei Comuni, i gestori provvedono all’organizzazione del servizio di raccolta e il sistema consortile si impegna ad avviare il materiale a riciclo, garantendo un servizio universale, dalle Alpi a Lampedusa. Anche se, va ricordato, la sottoscrizione dell’accordo da parte del Comune è volontaria: se ritiene più remunerativo mettere direttamente sul mercato il materiale raccolto è libero di farlo. E se poi ritiene che non è più conveniente può sottoscrivere nuovamente le convenzioni con i Consorzi.
Grazie quindi alla disponibilità dei cittadini che separano in casa i rifiuti, al Comune che organizza la raccolta e al sistema consortile che avvia a riciclo il materiale, nel corso di 15 anni di vita del Conai si è passati da circa 190.000 tonnellate di materiali di imballaggio avviati a riciclo nel 1998 a oltre 3,5 milioni di tonnellate nel 2012, con un riconoscimento economico per i Comuni da parte del sistema consortile, solo nel 2012 di oltre 320 milioni di euro di corrispettivi.
Uno degli aspetti che vorrei sottolineare è l’importanza del primo passo del circuito virtuoso del riciclo, che è quello che compie il cittadino nel separare correttamente i rifiuti in casa. La qualità della raccolta rappresenta infatti un aspetto fondamentale per garantire che sempre maggiori quantità di materiale possano essere avviate a riciclo. Da questo punto di vista, però, il cittadino non è incentivato: il mancato passaggio dalla tassa rifiuti alla tariffa puntuale, previsto già nel decreto Ronchi del 1997, non permette infatti di dare al cittadino virtuoso un riconoscimento economico diretto.
Il passaggio alla TIA è stata attuata solo in pochi comuni, in genere medio-piccoli e, se consideriamo che potrebbe essere applicata anche nella gestione dei rifiuti di imballaggio da parte delle imprese, non si tratta di un principio del tutto astratto dal nostro sistema. Già oggi un impresa che gestisce e avvia a riciclo per conto proprio i suoi rifiuti di imballaggio ha diritto ad una riduzione sul pagamento della tassa rifiuti, anche se con modalità diverse da comune a comune. Mi pare, comunque, che gli indirizzi politici non vadano nella direzione della tariffa”.
Ma Conai è cointeressata economicamente all'aumento della raccolta differenziata e del riciclo?
"Noi abbiamo già ampiamente superato gli obiettivi di legge in termini di riciclo e recupero complessivi. Oggi, infatti tre imballaggi su quattro di quelli immessi sul territorio nazionale sono recuperati (77%, di cui il 67% avviato a riciclo). Siamo tuttavia impegnati con un programma pluriennale di supporto alle amministrazioni locali nello sviluppo di progetti di raccolta differenziata e avvio a riciclo dei rifiuti di imballaggio nelle aree del Paese in ritardo da questo punto di vista. Un impegno, questo, che credo sarà riconfermato anche nel nuovo accordo quadro Anci-Conai”.
Ma allora tutto il vetro la carta la plastica che si vedono nei cassonetti indifferenziati di Torino o di Roma non è così tanto come sembra?
"Le percentuali di recupero e di riciclo raggiunte in questi anni sono particolarmente importanti ma sono dovute principalmente all’attività svolta nelle regioni settentrionali. Come testimoniano anche le statistiche dell’Apat sui risultati della raccolta differenziata le regioni del centro-sud sono in ritardo. Grandi quantità di materiali che potrebbero essere raccolti e avviati a riciclo finiscono ancora in discarica. E’ necessario che si attui una politica di supporto agli Enti locali affinchè la crisi non blocchi, soprattutto in alcune aree, la spinta a incrementare la raccolta differenziata. Noi siamo disponibili a fare la nostra parte ma senza il coinvolgimento anche degli altri soggetti interessati sarà difficile avere successo”.