“Troppi abusivi sui bus” i sindaci all’attacco con telecamere e tornelli
Marino: “A Roma uno su due non paga, cambio gli ingressi” - da La Repubblica del 12.01.2014
13 January, 2014
di Caterina Pasolini
Tre milioni di evasori. Tanti sono gli italiani che ogni giorno non pagano il biglietto sui mezzi pubblici. E adesso i sindaci hanno detto basta, dichiarando guerra ai furbetti dell’autobus. Con blitz, telecamere, controlli e tornelli. Copiando Londra. La nuova battaglia parte da Roma dove il sindaco Marino ha deciso: sui mezzi pubblici, come nella capitale inglese, per chi sale sarà aperta soltanto la porta anteriore, in modo che i passeggeri siano controllati a vista dal guidatore e finalmente tutti paghino il biglietto. A Roma uno su due non paga, dice il primo cittadino deciso ad aumentare i controlli sui mezzi pubblici incaricando anche personale sotto utilizzato dagli uffici. Convinto a trasformare gli autisti in controllori.
L’idea convince chi di mezzi pubblici se ne intende, Marcello Panettoni, presidente dell’Asstra (Associazione delle aziende di trasporto). Anche se ha provocato proteste per l’allungamento dei tempi del servizio dove è stato provato e generato polemiche, nonostante sia un compito previsto dal nuovo contratto, da parte dei rappresentanti sindacali dei dipendenti (per primi i veneti). «Il sistema all’inglese, con l’autista-controllore è il più comodo e meno costoso. In altri Paesi funziona bene, basta introdurlo a piccoli passi in modo che la gente si abitui a essere pronta con i soldi contati o il biglietto in mano evitando così code e ritardi. Certo, a Vienna non c’era bisogno di controllori e neppure dell’obliteratrice: a nessun sarebbe venuto in mente di non pagare il biglietto», dice Panettoni con una punta di amarezza.
A differenza di altri Paesi europei ogni giorno tre milioni di italiani si spostano a scrocco provocando un buco di 450 milioni di euro l’anno e l’evasione continuata ha ridotto in ginocchio le aziende di trasporto cittadine che ormai boccheggiano; il 41 % ha i conti in rosso.
Per salvarsi e salvare il servizio pubblico è cominciata dunque la guerra ai portoghesi, dal nome di quell’ambasciatore di Lisbona che a Roma fece entrare gratisa teatro chiunque si spacciasse per suo connazionale. Guerra di sguardi e riflessi sullo sfondo di pensiline, binari e fili del tram da Trento a Catania perché gli “abusivi” sono democraticamente presenti in tutta la penisola: 9% dei passeggeri a Milano, 6% a Bologna, 50% a Palermo e 5% a Genova. Mentre Firenze si attesa sul 10% e Napoli ondeggiatra 28 e 30%. Ogni città ha la sua ricetta per sconfiggere gli evasori, generalmente il primo passo è il rafforzamento dei controlli: a Genova, per esempio, sono state fatte quest’anno 90mila multe, ma glievasori sono “appena” il 5%. Poi si passa alle fase due, puntando soprattutto sugli agenti in borghese per evitare la fuga all’ultimo minuto ma, come a Bari, ci sono casi in cui si deve affiancarli ai corpulenti vigilantes per evitare il peggio. Mentre in alcune città, vedi Perugia o Arezzo, si è proposta la via delle telecamere ma senza molti risultati.
Molto gettonata, soprattutto in tempi di tagli al personale, la strada “inglese” indicata ora da Marino e declinata in modi diversi. A Padova il sistema è in vigore ma solo dopo le otto di sera mentre nelle Marche, nelle ore di punta dei giorni feriali, la regola non vale «per evitare tempi eccessivamente lunghi alle fermate e rallentare il servizio».
Tra i primi a mettere in campo gli autisti-controllori contro i furbetti del bus, sono stati i torinesi già nel 2011 per porre un argine a quel 20% di abusivi sul milione di passeggeri. E ora anche Firenze guarda Londra: arriveranno 100 nuovi bus con due porte invece delle tre attuali. Il motivo? Si scende da dietro e si sale da davanti trovandosi subito faccia a faccia con l’obliteratrice a vista di autista. Il quale, assicura l’azienda, non verrà caricato della funzione di controllore ma servirà da deterrente con la sua stessa presenza.
Ultimo tentativo i tornelli. «Sono comodi in un sistema di trasporto chiuso come la metropolitana, più complicata è la loro funzione su bus e tram», ricorda Marcello Panettoni, presidente di Asstra E così se a Milano ormai in sotterranea c’è il doppio controllo, con i tornelli anche all’uscita, la sperimentazione sui bus cittadini è ancora da venire mentre a Trieste scatterà a febbraio. A Bologna, dopo averli installati in prova su linee secondarie, di minor affluenza, hanno fermato l’esperimento: provocava troppiritardi sulle corse.