Tajani: "Mi auguro che il pacchetto di tagli alla CO2 sia veramente utile all'industria"
Il vicepresidente della Commissione Europea Antonio Tajani appoggia Confindustria e chiede che le nuove misure per ridurre la CO2 tengano in considerazione le difficoltà delle industrie, in modo da non costringerle "ad andare a produrre altrove con un doppio danno per l'ambiente e l'occupazione"
20 January, 2014
"Sì al taglio delle emissioni di CO2 ma con obiettivi raggiungibili e che non mettano ulteriormente in difficoltà l'industria europea, perché questa deve essere al centro dell'azione per uscire dalla crisi". Il vicepresidente della Commissione Europea Antonio Tajani appoggia Confindustria e in un'intervista all'ANSA spiega la propria posizione. in vista dell'adozione, mercoledì 22 gennaio, da parte di Bruxelles di una serie di proposte tra loro strettamente legate su clima, energia, ambiente e industria.
"Non si esce dalla crisi senza economia reale, ecco perché bisogna avere delle scelte equilibrate; per questo mi auguro che questo pacchetto sia veramente utile all'industria. L'Europa deve continuare ad essere all'avanguardia nel mondo" nella lotta al cambiamento climatico ma deve fissare per le proprie imprese obiettivi raggiungibili che non le costringano ad andare a produrre altrove con un doppio danno per l'ambiente e l'occupazione".
Parte dei commissari Ue e diversi ministri dell'ambiente di alcuni stati membri, tra cui l'Italia, chiedono una riduzione delle emissioni di CO2 del 40%, un obiettivo contro cui ha preso posizione il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ritenendolo penalizzante per il sistema produttivo. "Gli obiettivi ambiziosi si possono raggiungere solo se si ha un accordo a livello globale, a volte l'ottimo è nemico del bene", ha affermato Tajani, auspicando quindi che "il Consiglio europeo di marzo, incentrato sull'economia, faccia proprio l'obiettivo del 20% del Pil dal manifatturiero e una serie di misure di politica industriale e per le piccole e medie imprese, in modo da costruire un contraltare al Fiscal compact. La produzione manifatturiera copre al momento circa il 15% del Pil comunitario (in Italia, dati del 2012, il 15,2%) con una contrazione di circa mezzo punto registrata nell'ultimo anno a causa della crisi. L'Italia è il secondo Paese manifatturiero d'Europa, abbiamo bisogno di una politica europea fatta non solo di sacrifici, ma anche che aiuti le imprese in tutti i settori. Questo vuol dire anche difendere un tessuto che ci ha permesso, in Italia, di resistere alla crisi meglio che in altri Paesi".
Leggi anche:
Obiettivi climatici UE, botta e risposta tra Confindustria e ambientalisti