“L’inquinamento moltiplica gli infarti” Lo smog minaccia anche il cuore
Sul “British Medical Journal” il risultato di uno studio internazionale compiuto a Torino e a Roma: il 90 per cento della popolazione vive in luoghi a rischio - da La Stampa del 22.01.2014
22 January, 2014
di Marco Accossato
L’inquinamento è all’origine non soltanto del cancro al polmone. Gli scarichi dei veicoli, delle industrie e degli impianti di riscaldamento - anche al di sotto delle attuali limiti permessi dalle leggi in vigore in Italia e nell’Unione Europea - fanno crescere del 12 per cento la possibilità di essere colpiti da un infarto. Lo dimostra, per la prima volta, uno studio pubblicato oggi dalla prestigiosa rivista scientifica internazionale British Medical Journal.
Condotto dal Dipartimento di Epidemiologia del Lazio e dalla Città della Salute di Torino (quest’ultimo coordinato dalla dottoressa Claudia Galassi) lo studio ha esaminato più di 100 mila residenti in sette città di cinque Paesi europei. In Italia è stato condotto a Roma (presso il Dipartimento di Epidemiologia del Lazio) e a Torino (all’ospedale Molinette della Città della Salute e della Scienza) coinvolgendo circa 14 mila persone. Il risultato stima che per ogni aumento nella media annuale di esposizione a particolato (le particelle di diametro inferiore a 10 micrometri, PM10) di 10 µg/m3 vi è un aumento del rischio di attacchi cardiaci del 12 per cento. I soggetti arruolati nello studio sono stati seguiti per circa 12 anni e più di 5 mila hanno avuto un primo infarto o un ricovero per angina instabile. Soprattutto, i risultati dimostrano che il particolato è l’inquinante più dannoso, anche per concentrazioni sotto i limiti consentiti dall’attuale Legislazione europea. «Nonostante questo risultato dell’effetto sugli eventi cardiaci anche a bassi livelli di inquinamento - sottolineano i ricercatori - quasi il 90 per cento della popolazione mondiale vive in luoghi al di sopra delle linee guida dell’Oms».