Italia Nostra: sulla Via d’Acqua è giusto che i cittadini difendano i parchi
Via d’Acqua Expo 2015 e gruppi NO-CANAL, per Italia Nostra la “battaglia” dei residenti per difendere il verde dei parchi di Trenno e delle Cave dal passaggio del canale è un segno di consapevolezza importante. Ora la partita del tracciato milanese del canale di Expo si gioca ad est od ovest delle Cave di Baggio
04 February, 2014
La Via d'Acqua – si legge nel sito www.expocantiere.expo2015.org - presentata nel dossier di registrazione della città di Milano per Expo 2015, è un canale irriguo permanente di circa 21 km, che si stacca dal canale principale Villoresi e arriva al Naviglio Grande, passando per il Sito espositivo. Le sua funzione, oltre a quella di portare da nord acqua nel sito di Expo, è di contribuire a migliorare la dotazione d’acqua della rete che alimenta i terreni agricoli a sud di Milano. Coldiretti, lo scorso dicembre, non si era dichiarata contraria all’opera, purché fosse utile anche dopo Expo 2015, per il turismo e l'agricoltura.
Secondo Expo 2015 “il percorso è stato studiato in modo da evitare la compromissione delle aree di valore naturalistico e ambientale più vulnerabili”. Il percorso milanese (la Via d’Acqua Sud, ossia il collegamento tra Expo/Fiera e la Darsena) attraverserebbe il Parco di Trenno, costeggerebbe Bosco In Città, entrerebbe nel Parco delle Cave e si congiungerebbe ai Navigli e al centro città, “riqualificando ambiti abbandonati e realizzando nuove aree verdi pubbliche”. Il costo del canale in cemento dovrebbe essere di circa 90 milioni di euro.
Abbiamo intervistato il vice-presidente di Italia Nostra Milano Nord, Sergio Pellizzoni, sulla questione Via d’Acqua di Expo e sulle accese proteste dei cittadini delle zone di Trenno e Baggio (Parco delle Cave) che continuano con l’opposizione al progetto, i blocchi dei cantieri necessari per tracciare il canale e la raccolta di solidarietà attraverso i social network.
Innanzitutto, come Italia Nostra, dobbiamo fare una premessa. La nostra è un’associazione che a Milano ha collaborato per 40 anni con il Comune, per difendere e permettere la migliore gestione di 240 ettari di parchi, tra Bosco In Città e Parco delle Cave. Insomma, conosciamo molto bene il territorio e abbiamo costruito un rapporto di fiducia con le Istituzioni, ma soprattutto con i cittadini che ci considerano un po’ come garanti.
Qual è la storia di questa Via d’Acqua, quando fino a qualche mese fa si parlava ancora al plurale, perché dovevano essere più “Vie d’Acqua”?
La prima idea di Via d’Acqua di Expo fu quella di un canale navigabile, idea suggestiva naturalmente, ma che venne abbandonata dopo poco tempo. In seguito la Via d’Acqua è rimasta come progetto ma per le sole altre due funzioni: quella di alimentazione idrica del sito espositivo di Expo e quella di canale irriguo. Secondo noi la reale funzione irrigua e quindi agricola dell’opera non è stata adeguatamente approfondita da Expo, perché c’erano delle soluzioni migliori. E paesaggisticamente questo canale è certamente un’opera enfatica, che contraddice il paesaggio e non dialoga coi parchi che dovrebbe attraversare, che non ne avevano certo bisogno.
Quali erano queste soluzioni alternative?
Già nel 2009, riguardo al tratto sud del progetto, la parte di canale che porterà l’acqua dal sito Expo al Naviglio Grande, attraversando quindi l’area urbana di Milano e i parchi di Trenno e delle Cave, la nostra proposta fu quella di indirizzare l’acqua reflua di Expo direttamente ai fontanili a sud, che avevano bisogno di essere rivitilizzati. Nel 2012 abbiamo sostenuto che il progetto Via d’Acqua alterava negativamente il paesaggio e riproposto i percorsi verso i fontanili, ma la risposta è stata “non c’è la fattibilità idraulica”. Nel 2013 Italia Nostra ha ridisegnato il tracciato del canale più ad ovest, ma ancora per Expo2015 non c’era la “fattibilità idraulica”.
E adesso?
Succede che in questi ultimi mesi del 2013 le obiezioni della popolazione si sono rifatte sentire e i comitati hanno ripreso quell’ultima proposta di Italia Nostra come fattibile, ma ormai, anche accettandola, non ci sarebbero più i tempi utili.
Tuttavia un dialogo con Expo 2015 e il Comune ci sono stati, tant’è che si sta andando verso la decisione dell’interramento del canale perlomeno nel passaggio dentro i parchi di Trenno e parco Pertini (Cesano Boscone), interramento che evita l’abbattimento di un certo numero di alberi. La questione rimane ancora aperta, invece, riguardo il Parco delle Cave. Qui non era pregiudicata la possibilità di ridefinire il tracciato nella tratta a nord della via Caldera e nel Parco delle Cave (vedi mappa) riportando il percorso sul lato est, come prevedeva la prima nostra stesura di tracciato allegato alla VAS del 2010.
Dopo il nostro ultimo incontro col Comune in zona 7 del 29 gennaio scorso, di fronte al rischio di non concludere le opere entro l’inizio di Expo per i tempi necessari ad approvare la nostra variante parziale di tracciato, abbiamo iniziato una verifica sulla possibilità di introdurre varianti al tracciato della via d’acqua ad ovest del Parco al fine di minimizzare il danno e, se possibile, consolidarne gli elementi positivi. Ripensare la via d’acqua a partire dal Parco delle Cave.
Comunque, si poteva ragionare meglio sulle alternative possibili; ora, come spesso capita, siamo nell’emergenza e i cittadini hanno vissuto il tracciato di Expo 2015 e l’arrivo delle ruspe come un’imposizione.
Ma in generale portare l’acqua nei parchi non è una cosa positiva, che arricchisce il paesaggio, l'habitat e raffresca il clima?
Certo, Italia Nostra ha sempre sostenuto i progetti acquatici dentro i parchi, pensi a quanta acqua c’è già nell’area di Bosco in Città e al Parco delle Cave, ma dipende sempre dal “come” si vuole portare l’acqua. Il canale della Via d’Acqua dentro Trenno non andrebbe bene, spezzerebbe l’armonia del parco e quindi lì interrarlo è il male minore.
Siete ancora d’accordo con i gruppi di residenti che contestano in questi giorni e si danno appuntamento per presidiare e non permettere i lavori?
Posso solo dirle che molta di quella gente protesta perché davvero vede minacciata, dal canale Via d’Acqua, l’integrità e l’armonia dei loro parchi di zona ed è da considerare molto positivamente questo aumento dei cittadini consapevoli, disposti a scendere in piazza per difendere il verde pubblico. Italia Nostra è da sempre per il massimo confronto con le opinioni e le alternative possibili e crede fermamente che il contributo della popolazione che vive e conosce il territorio sia sempre una ricchezza. Siamo però consapevoli che certe decisioni vanno prese e che, quando non ci sono più alternative, bisogna limitare i danni.
Anche perché qua si rischia che come trasformazione ed arricchimento del territorio, EXPO non riesca a concludere nulla, non pensa?
No, la riqualificazione della Darsena, ad esempio, è stata decisa. Si farà ed è sicuramente una cosa positiva.
di Stefano D'Adda