Maltempo a Roma, Veglianti: "Ecco perché la città si allaga"
Da "Lago Preneste", alle caditoie ostruite, dai fondi per l'urbanistica sperperati in passato per coprire i debiti, ai nuovi piani per la prevenzione: Stefano Veglianti, Vicepresidente del V Municipio (ex VI e VII) e Assessore ai Lavori Pubblici e al Patrimonio, spiega ad Eco dalle Città cosa si potrebbe fare per evitare gli allagamenti a Roma
05 February, 2014
"Il sistema idraulico è inadeguato e sottodimensionato per affrontare i fenomeni piovosi più violenti che sempre più spesso mettono in difficoltà la nostra città. Bisognerebbe ridimensionare tutto, rendere più efficiente il sistema attuale, provvedere alla manutenzione dei collettori Acea che, con il passare del tempo, si rovinano, accumulano sporcizia e riducono in tal modo il loro diametro". Così Stefano Veglianti, Vicepresidente del V Municipio (ex VI e VII) e Assessore ai Lavori Pubblici e al Patrimonio, ha spiegato ad Eco dalle Città i motivi per cui Roma si trova in difficoltà davanti a fenomeni di maltempo e forti piogge.
"L'impermeabilizzazione del suolo, dovuta alle troppe costruzioni, non ha fatto che peggiorare la situazione. Inoltre ci sono molte zone, soprattutto a ridosso del Tevere (Magliana e Ponte Milvio) e della foce dell'Aniene, in cui le costruzioni sono state pensate senza alcuna programmazione. La responsabilità - sottolinea Veglianti - è anche delle amministrazioni precedenti, che non hanno pensato a sistemi di drenaggio adeguati; inoltre gli argini dei fiumi andrebbero curati meglio.
Il Sindaco Ignazio Marino ha fatto tutto ciò che era necessario?
Credo che muovere critiche all’operato del Sindaco in questa occasione sia ingiusto, in quanto sia la portata del fenomeno che il poco tempo avuto a disposizione non hanno permesso all’attuale amministrazione di fare di più. Inoltre va detto che Paolo Masini, assessore ai Lavori Pubblici e alle Periferie per Roma Capitale, ha lavorato nei mesi scorsi per assicurare la pulizia delle caditoie
in varie zone della città: senza questa opera di manutenzione sono certo che i danni per il maltempo sarebbero stati molto peggiori. Per quanto riguarda l'intervento della Protezione Civile e dell'unità di Crisi, credo che sia stato adeguato: è stato comunque difficili agire poiché non c'è stata omogeneità nelle situazioni che si sono venute a creare in tutta la città per cui gli interventi sono stati diversificati.
Eppure l'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno ha accusato Marino per quanto avvenuto nelle ore di emergenza.
Credo che la maggior parte delle responsabilità per le condizioni in cui versa la città nelle occasioni di fenomeni di forti piogge sia proprio della amministrazione di Alemanno, e di Walter Veltroni prima di lui. Alle politiche urbanistiche non è mai stata data grande risonanza e troppo spesso i fondi stanziati per le opere di urbanizzazione sono stati utilizzati per coprire i debiti delle giunte.
Quali sono i provvedimenti da prendere per risolvere la situazione a Roma?
Oltre al miglioramento del sistema idraulico, è necessario piantumare le scarpate, sistemare gli argini, realizzare nuovi sistemi di assorbimento naturale dell'acqua e di raccolta delle acque piovane. In alcune zone per esempio le acque vengono scaricate nel punto più a valle, creando disagi e andando a creare dei laghi di acqua che ovviamente è più difficile far defluire. Un esempio lampante è quello di Largo Preneste (soprannominato nelle giornate di forte pioggia "Lago Preneste"). Infine, è importante sensibilizzare la popolazione anche su questo tema affinché si prenda le proprie responsabilità: i rifiuti lasciati a terra, ad esempio, possono finire nelle caditoie ostruendo il regolare flusso delle acque.
Quindi per Roma una delle priorità è il suolo?
Assolutamente sì, è necessario lavorare sul suolo per controllare gli smottamenti e le aperture di cavità sotterranee in modo da intervenire per tempo. Bisogna stabilire protocolli e pianificare una nuova città in questo senso. La spesa iniziale potrebbe sembrare elevata, ma poi ci si guadagna sia dal punto di vista economico sia della sicurezza dei cittadini. Purtroppo le opere e i servizi di urbanizzazione sono "invisibili" ma non per questo sono da trascurare o tralasciare.
State pensando a qualche progetto per la prevenzione futura?
Nel Municipio V stiamo lavorando su un pacchetto di strumenti che possa essere di aiuto per la prevenzione del sottosuolo come il coinvolgimento di imprese per l'analisi dei suoli, utile anche per capire la composizione delle terre e il livello di inquinamento, il posizionamento di sensori a terra collegati a computer e telefonini per monitorare le caditoie, la geolocalizzazione delle cavità sotterranee. Anche il controllo dell'impianto radicale degli alberi e il corretto posizionamento degli stessi nelle strade è un modo per evitare danni alle caditoie e alle tubature. Ogni anno 1/3 dei fondi per le opere urbanistiche è speso per la manutenzione delle strade e per riempire le cavità sotterranee di cui ci si accorge troppo tardi: con strumenti di prevenzione adeguati invece i costi, i danni e i rischi per la popolazione sarebbero certamente inferiori.
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