"Il nostro obiettivo è mettere in strada un milione di veicoli elettrici entro il 2015": l'aveva annunciato, già nel 2010, il Presidente degli Stati Uniti Barak Obama. Alla dichiarazione di intenti era seguito uno stanziamento di 150 miliardi di dollari che puntava a cancellare la dipendenza degli Stati Uniti dal petrolio estero entro il 2019.

Fra gli alti e bassi del mercato e con l’industria automobilistica in crisi ormai da tempo, il governo americano aveva iniziato a mostrare interesse verso lo sviluppo dei veicoli elettrici, testimoniato, per esempio, dall’Electric Vehicle Pilot Program, con cui la General Service Administration si è impegnata a dotare decine di agenzie governative di auto elettriche e di punti di ricarica. (Fonte: Enel).

E ora, in linea con la strada inaugurata dall'amministrazione Obama, un nuovo progetto che di strade ne coinvolge invece una vecchissima: la leggendaria Route 66, celebrata per decenni nella musica e nella letteratura americana, che collega Chicago e Santa Monica.

La Mother Road potrebbe infatti trasformarsi nella prima autostrada elettrica degli Stati Uniti. Del progetto, votato all'unanimità dal consiglio di amministrazione della storica Fondazione dei Veicoli Elettrici, si comincerà a discutere quest'estate, nell'ambito del Festival Internazionale della Route 66 dal 14 al 17 agosto a Kingman, in Arizona.

Secondo il direttore esecutivo di HEFV Roderick Wilde il Festival sarà anche l'occasione per realizzare il primo Museo Internazionale dei Veicoli Elettrici del mondo. Per l'occasione la Fondazione porterà a Kingsman sei veicoli elettrici di grande importanza storica, tra cui una Detroit Electric del 1930, una Shopper elettrica del 1960, una Trident del 1961 e il primo Street Rod elettrico del mondo, una Ford Roadster del 1929, descritta in diverse riviste e mostrata ad alcuni saloni dell'auto internazionali. Chi volesse saperne di più può collegarsi al sito www.hevf.org.