Alluvione lampo a Roma, Marino: "edilizia spontanea, tombini e cambiamenti climatici"
Il sindaco di Roma Ignazio Marino parla delle cause dei danni provocati dall'alluvione lampo abbattutosi sulla Capitale lo scorso venerdì. E ricorda: "i cambiamenti climatici sono una realtà"
05 February, 2014
Mentre comincia a rientrare l'emergenza causata nella Capitale dal maltempo e da quello che è stato definito "alluvione lampo", il sindaco di Roma Ignazio Marino parla delle cause dei danni provocati dall’alluvione, ponendo l'accento sull'edilizia spontanea: "i danni più consistenti si sono verificati nelle zone che possiamo definire 'più fragili' della città, dove gli insediamenti edilizi spontanei sono più massicci. È chiaro che non si può correggere in pochi mesi una situazione di grave incuria e saccheggio dell’ambiente che si è protratta per decenni".
"Ad agosto 2013 - ha ricordato il sindaco - abbiamo stanziato, recuperandoli con fatica, 3,5 milioni di euro, fondamentali per intervenire sui 25mila tombini più a rischio a Roma. Si tratta del 5% del totale dei tombini, che a Roma sono più di mezzo milione. Ancora nei primi mesi della nostra amministrazione abbiamo fermato lo sfruttamento dissennato del territorio, ma certo è molto più difficile intervenire nelle zone dove si è costruito senza rispetto del territorio stesso o addirittura coprendo con l’asfalto alcuni canali per le acque". Bisogna dunque, ha proposto il sindaco, intervenire immediatamente con opere a difesa del suolo, contrastare l’abusivismo edilizio e negare i condoni nelle zone alluvionabili, oltre a dotare la città di tecnologie fisse utilizzabili ogni volta che c’è una precipitazione.
"Da quando ci siamo insediati non abbiamo rilasciato, né intendiamo farlo, permessi per costruire nuove edificazioni in tutte le aree indicate come a rischio di esondazione. La questione della difesa del suolo è una priorità nazionale, come ci raccontano le cronache degli ultimi anni".
"Dobbiamo anche pensare che i cambiamenti climatici - ha ricordato Marino - non sono più stagionali, ma sono un aspetto della nostra quotidianità con cui dobbiamo fare i conti giorno per giorno. Per questo il problema deve essere affrontato in una sfera globale".
"In questi giorni dovevo essere a Johannesburg per partecipare al Cities Climate Leadership Group, l’organismo che riunisce i sindaci delle grandi città del mondo che lavorano sui cambiamenti climatici. Ma a nulla - ha concluso Marino - potranno mai servire le grandi conferenze mondiali, se in ognuno di noi, in primis noi amministratori, non si sviluppa una coscienza rispettosa verso l’ambiente in cui si vive".
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