Giornata del Lavoro Agile, l'esperienza di Green Geek
Il 6 febbraio si è tenuta la prima Giornata del Lavoro Agile, promossa dal Comune di Milano, che si propone come laboratorio nazionale per un nuovo stile lavorativo. Oltre 100 le aziende aderenti, che si sono ritrovate all'incontro organizzato da Valore D. La testimonianza del gruppo Green Geek, che con il lavoro "agile" ha a che fare da tempo
08 February, 2014
di Aglaia Zannetti
Lavorare da casa, da una postazione di coworking, dal parco, da un bar, da dove si vuole, senza doversi recare fisicamente in ufficio, non solo per conciliare lavoro e vita privata ma anche per ridurre i tempi degli spostamenti in automobile e l’impatto ambientale per quanto riguarda le emissioni nocive di CO2.
Questo l’obiettivo della prima Giornata del Lavoro Agile voluta dal Comune di Milano per promuovere e sensibilizzare aziende e lavoratori ad una nuova modalità di lavoro per “liberare il tempo”, così come ha sottolineato l’assessore al Tempo libero, Benessere e Qualità della Vita, Chiara Bisconti.
Abbiamo parlato con Marinella Scarico, una delle fondatrici dei Green Geek (www.greengeek.it), un’associazione di giovani che studiano e sviluppano tecnologie innovative ed eco-compatibili, e che con il lavoro "agile" hanno a che fare da tempo. Anche Green Geek era presente all’incontro aperto al pubblico svoltosi presso la sede Telecom di Piazza Affari organizzato da Valore D - la prima associazione di grandi imprese creata in Italia per sostenere la leadership femminile in azienda - e che ha visto la partecipazione di 103 aziende grandi, medie e piccole, cooperative, studi professionali ed enti pubblici (oltre al comune di Milano, anche quello di Torino e Cremona) che hanno raccontato la loro esperienza concreta di “smart work”.
Marinella, come si è svolta questa sessione di incontro e scambio di esperienze sul tema del lavoro smart, “da remoto”, protagonista della Giornata del Lavoro Agile?
La giornata era strutturata come un laboratorio: dopo i saluti e la presentazione iniziale, l’Assessora Chiara Bisconti ha raccontato come il Comune di Milano abbia coinvolto 200 suoi lavoratori in questo primo esperimento di lavoro “agile”: a seconda della mansione di ciascuno è stato possibile concordare con loro la modalità di lavoro da casa (o da qualsiasi altra postazione che non fosse l’ufficio) o di giornata dedicata alla formazione, sempre da casa. Secondo le prime valutazioni, su 1500 lavoratori, almeno 700 potrebbero lavorare agilmente da casa. Il punto è ripensare il lavoro per obiettivi e non in base agli orari imposti dal timbro del cartellino.
In seguito, le aziende presenti, tra le quali molte note multinazionali come Telecom, appunto, o Ikea, sono intervenute per raccontare la loro positiva esperienza, sottolineando i vantaggi, in termini anche di risparmio, che questo tipo di lavoro dà sia alle aziende che ai lavoratori, che spesso diventano più produttivi. In molti hanno poi evidenziato il positivo impatto ambientale, grazie alla riduzione di CO2 e PM10, oltre, ovviamente, alla riduzione del traffico cittadino.
Tu Marinella sei già abituata a questo approccio di “remote working”; i GreenGeek, infatti, sono operativi in varie città italiane e svolgono le proprie mansioni da remoto, spesso da casa.
Si, noi ci sentiamo e ci coordiniamo attraverso riunione on line; ogni 15 giorni circa, poi, ci riuniamo per poterci confrontare, scambiare idee e condividere il lavoro realizzato e quello futuro. Per i nostri incontri scegliamo luoghi all’aperto, come la Cascina Cuccagna, ad esempio, o la Cascina Cavriana, dove ci ritroviamo davanti ad una birra per discutere dei nostri progetti e migliorarli, nello spirito di condivisione che caratterizza la nostra attività.
Quali tipi di mansioni, nel caso dei dipendenti pubblici, ad esempio, sono secondo te più adatte a questa modalità di smart work?
Senza dubbio tutti gli amministrativi che non hanno contatto diretto con il pubblico. A parte chi sta agli sportelli, credo che i lavoratori, anche dipendenti di un Ente pubblico, possano gestire il loro lavoro da casa o da dove preferiscono. L’importante, come dicevo prima, è realizzare il proprio obiettivo: da dove questo avvenga, non conta, ciò che conta sono i risultati concreti.
L’assessora Bisconti ha parlato anche di “tempo liberato”.
Si, mi sembra un aspetto fondamentale, io ho lavorato in un’azienda farmaceutica, nell’ufficio del personale, e ogni giorno facevo un’ora e mezza/due di viaggio avanti e indietro tra casa e ufficio. Alla sera tornavo molto stanca per via, soprattutto, di questo spostamento. Avevo provato a chiedere di poter lavorare da casa, ma timbravo il cartellino … insomma, sono sicura che questa giornata possa essere un primo approccio e una prima positiva esperienza per liberare tempo e lavoro.