Tassisti senza concorrenza?
A commento della questione tassisti-UBER di Milano e dopo le minacce di paralizzanti scioperi nei giorni di Milano Moda Donna, ecco il commento di Fabrizio Ravelli dal blog "20 righe" di Repubblica - da REPUBBLICA.IT del 18.02.2014
19 February, 2014
di Fabrizio Ravelli
Non si capisce bene che cos’altro dovrebbe fare il Comune per accontentare i tassisti, in guerra contro quelli di Uber, il noleggio con conducente che si usa con una semplice applicazione dal telefonino. Una “concorrenza sleale”, dicono i tassisti, che andrebbe contrastata con “impegni scritti” da parte di Palazzo Marino. Bene, se ci sono delle regole che Uber deve rispettare, è giusto che le rispetti. Così come è giusto, e anche ovvio, che il Comune faccia l’impossibile per scongiurare uno sciopero dei taxi nel bel mezzo delle sfilate di moda, e in accoppiata con la fermata dei mezzi pubblici.
Però in questa faccenda c’è qualcosa che non torna. È evidente che i milanesi vedono con favore qualunque soluzione che migliori la mobilità individuale. Si veda lo straordinario successo del car-sharing, che ha portato Milano in vetta alle classifiche europee del settore. Oppure l’enorme richiesta di piste ciclabili, e di protezione per il popolo del pedale. In questa tendenza, che qualcuno abbia l’idea di far concorrenza ai taxi con un servizio efficiente, per quanto ancora elitario e caro, è del tutto naturale.
E invece no: i tassisti pretendono, con la minaccia di paralizzare la città, che l’amministrazione pubblica li metta al riparo dalla concorrenza. Abbiamo a Milano un servizio taxi scadente e carissimo, e per di più male organizzato: i taxi o sono introvabili, oppure stazionano a centinaia nei posteggi. Quasi impossibile pagarli con la carta di credito. Modesti i tentativi della categoria di venire incontro alla clientela. Ma è così facile chiedere al Comune di essere protetti.
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