Smog, Torchiarolo (Br) ricorre al Tar per il piano risanamento aria. Nicastro: “Singolare iniziativa”
“Appare davvero singolare l'iniziativa del sindaco del Comune brindisino, - ha commentato l’assessore all’Ambiente Lorenzo Nicastro - che rispetto ad una iniziativa avviata in conformità di tutte le leggi e per la tutela della salute dei cittadini di quel comune, ha inteso impugnarla in sede amministrativa. Stupisce anche la posizione di Legambiente Brindisi". Il link ai documenti
25 February, 2014
“Faccio riferimento al Piano di risanamento della qualità dell'Aria di Torchiarolo elaborato e poi adottato a seguito degli sforamenti certificati in relazione alla concomitanza di fonti civili, i camini delle abitazioni, e di fattori industriali in prossimità. L'iniziativa del sindaco che, peraltro, è anche autorità sanitaria in quel luogo appare contraddittoria rispetto alle esigenze di tutela del diritto alla salute della comunità”.Così l'Assessore alla Qualità dell'Ambiente della Regione Puglia, Lorenzo Nicastro, rispetto all'iniziativa del sindaco di Torchiarolo di impugnare dinanzi al Tar il Piano di risanamento della qualità dell'aria del comune del brindisino. Dal sito dell’Arpa Puglia è possibile scaricare i report e i risultati delle campagne di monitoraggio in ordine cronologico decrescente, con riferimento alla data di pubblicazione.
“Appare strano che chi sa di avere prerogative e doveri in materia di salute pubblica, ritenga di avversare uno strumento che tenta di tutelarla brandendo l'arma di una presunta superficialità da parte della Regione nell'individuazione delle fonti che danno vita agli sforamenti su quel comune. Va detto che il Presidente della Regione, nel momento in cui veniva adottato il Piano di Risanamento per Torchiarolo, ha chiesto la riapertura dell'AIA per la centrale di Cerano, altro che sottovalutare le fonti industriali. Quindi il problema – prosegue Nicastro – appare di tutt'altra natura: il problema è ordinare ai proprietari dei camini (circa 200 sui 520 stimati nel territorio urbano) che determinano gli sforamenti della centralina l'applicazione di appositi filtri per contenere le emissioni. Filtri per i quali la Regione ha già erogato una parte delle somme rimaste a tutt'oggi ferme nelle casse comunali perché ritenute insufficienti per coprire tutti i camini e per le quali, invece, si chiede l'uso per la pulizia degli stessi”. “E' bene che i cittadini di Torchiarolo, quelli non proprietari dei camini in condizioni di criticità, in definitiva, coloro che respirano quell'aria inconsapevolmente, sappiano come si decide di affrontare il problema di quella comunità. Ferme restando le vicende processuali, resta il dato politico di un tavolo di confronto sul tema durato anni e che ha visto la partecipazione attiva dell'amministrazione comunale e che oggi approda inspiegabilmente ad un contenzioso. Ad ogni modo – continua Nicastro – la Regione è intervenuta secondo norma e per le proprie competenze; ad altri toccherà spiegare ai cittadini le ragioni delle proprie scelte”.
Torchiarolo, Nicastro: "Stupisce anche la posizione di Legambiente Brindisi"
“Nessun risentimento ma sorpresa certamente; e non solo in relazione alla scelta dell'amministrazione comunale di Torchiarolo ma anche per le dichiarazioni che leggiamo da parte di Legambiente Brindisi. Soprattutto se si considera che in più occasioni l'associazione ambientalista brindisina si è espressa sul tema tramite un professionista che è anche 'consulente ambientale del Comune. E' appena il caso di ricordare l'Aia per la centrale di Cerano è Ministeriale per cui non è alla Regione che spetta spiegare le scelte relative alla concessione del provvedimento autorizzativo. Ad ogni modo gli elementi tecnici che stanno alla base del Piano di risanamento sono chiaramente sintetizzati nella relazione di Arpa Puglia che sottolinea come i dati sugli sforamenti siano migliorati sensibilmente nel periodo di vigenza dell'ordinanza di spegnimento dei camini”. Così l'Assessore alla Qualità dell'Ambiente Lorenzo Nicastro in relazione alla nota alla stampa inviata dalla sezione brindisina di Legambiente sul caso Torchiarolo.
“Per quanto riguarda la vicenda della costituzione civile: la Regione Puglia non ha mai ricevuto la notifica del decreto di citazione diretta a giudizio, in quanto non è stata inserita tra le persone offese, al contrario di quanto avvenuto per il Ministero dell'Ambiente, della Provincia di Brindisi e del Comune di Brindisi. Ha potuto richiedere la costituzione sono nell'imminenza dell'udienza. L'istanza è stata respinta dal giudice che ha ritenuto la Regione non legittimata alla costituzione". “In relazione a tutti gli altri approfondimenti che si vogliono fare sul caso non abbiamo mai considerato superfluo scendere più nel dettaglio avendo tuttavia l'obbligo di cominciare ad intervenire sulla base delle prime evidenze. Rispetto a quei dati si è intrapresa la via di un primo contenimento attraverso gli interventi di installazione dei filtri e, quindi, di richiesta di riapertura dell'Aia per Cerano, a prescindere dalla prossimità della scadenza della stessa. Ad ogni modo – prosegue Nicastro – i contenuti del protocollo d'intesa che riguardavano i filtri da installare e le somme da ricevere dalla Regione è stato sottoscritto anche dal Comune. A questo punto, vorrei porre io una domanda: rispetto alla necessità di tutela della salute cosa impedisce al sindaco di rispettare gli impegni dell'accordo con Regione, Provincia ed Arpa e di impegnare le somme ricevute per avviare le attività sui camini e nel frattempo approfondire le altre questioni? Questo permetterebbe nell'immediato di evitare gli sforamenti e, conseguentemente, l'apertura di procedure di infrazione comunitaria”.