Via d'Acqua, perché anche Ciclobby è contraria
Nella giornata del vertice Expo2015, Comune e Regione che dovrebbe essere decisiva per il contestato progetto Via d'Acqua, abbiamo intervistato il presidente Fiab-Ciclobby Milano Eugenio Galli, per capire meglio anche la loro contrarietà al canale
25 February, 2014
Nella relazione tecnica definitiva di Expo sulla “Via d’Acqua Sud”, si legge che il canale, oltre a portare acqua dal Canale Villoresi al Naviglio Grande, consoliderebbe vari percorsi ciclopedonali, per "dare compiutezza al circuito ciclabile attuale per oltre 120 km". Come mai anche l'associazione dei ciclisti milanesi si è schierata contro il progetto?
Bisogna uscire dall'equivoco. Riguardo Expo, una cosa sono le Vie d'Acqua, altra le Vie di Terra e quindi le piste ciclabili. Le due cose non coincidono sempre e non possiamo prendere la "maggior ciclabilità" come alibi per appoggiare questo contestato canale. Per quanto visto sinora, il contributo che darebbe alla ciclabilità è modesto. E soprattutto se Expo calcola km di ciclabili dentro i parchi, noi diciamo che dentro i parchi non ce n'è bisogno. Diverso sarebbe un contributo di raccordi alla rete ciclabile, ricucendo e collegando tracciati esistenti, che però sinora non stiamo capendo se si realizzerà o meno.
E' questo il motivo perché vi siete schierati con i cittadini e le associazioni che contestano il progetto?
Questo è un chiarimento sul discorso ciclabilità. Più in generale ci siamo schierati perché pensiamo che non si possa fare un'opera così impattante sul territorio, che sia contro la città. A chi giova quest'opera? Non certo ai cittadini e ormai non abbiamo più bisogno di opere e cantieri inutili, che lascino solo ferite, costando tanti soldi e non lasciando nulla dopo.
Questa Via d'Acqua non doveva avere anche una valenza paesaggistica, arricchire il territorio?
Questa immagine c'era nei suggestivi progetti iniziali. La prima anima della Via d'Acqua era quella di un canale anche navigabile, fruibile, con un potenziale turistico. Quando hanno deciso che tecnicamente ciò non era fattibile e il canale non sarebbe stato più navigabile, ma di sola funzione idraulica e con una portata d'acqua comunque limitata, la sproporzione tra i bassi benefici dell'opera e gli alti costi, sia economici che di ferita al territorio, è divenuta evidente.
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