Calabria, emergenza rifiuti: sull'ipotesi di conferimento in Piemonte è scontro tra Cota e Legambiente
“Non siamo disponibili a ricevere rifiuti da altri territori: non siamo una discarica”. Sono state queste le parole nette del presidente della Regione Piemonte sull’ipotesi di arrivo di rifiuti dalla Calabria. Legambiente risponde: “Il no a priori di Cota testimonia un approccio superficiale e da campagna elettorale. Doveroso un atto di solidarietà"
28 February, 2014
La Calabria ha richiesto a tutte le regioni la disponibilità a ricevere nei propri impianti i propri rifiuti, per un periodo di almeno 3-4 mesi e per i quantitativi “massimi accettabili”. In questi giorni la regione sta vivendo una vera e propria emergenza di carattere ambientale e sanitario con più di 40 mila tonnellate di rifiuti per le strade, con cumuli che assediano perfino scuole e ospedali. Alcune amministrazioni, per le gravi condizioni igieniche, hanno deciso di sospendere i mercati rionali e nella regione si contano già numerosi roghi di rifiuti.
“Non siamo disponibili a ricevere rifiuti da altri territori: non siamo una discarica”. Sono state queste le parole nette del presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, sull’ipotesi di arrivo di rifiuti dalla Calabria. “Facciano anche altri -ha aggiunto Cota- Quello che i piemontesi hanno fatto in questi anni con impegno e sacrificio, portando la nostra regione a significativi livelli di raccolta differenziata. L’obbiettivo di tutti i territori deve essere l’autosufficienza e non certo lo ‘scarica barile’ del trasporto di rifiuti a centinaia di chilometri da dove questi vengono prodotti”. "I nostri impianti -ha aggiunto l'assessore regionale all'Ambiente Roberto Ravello- sono stati realizzati per gestire una tipologia di rifiuto caratterizzata da un’alta percentuale di raccolta differenzia; nel caso della Calabria, si tratta di rifiuto tal quale, pertanto non compatibile con il nostro sistema”.
Secondo il Rapporto rifiuti urbani 2013 di ISPRA, che considera i dati dell’anno 2012, la Calabria ha una percentuale di raccolta differenziata del 13,8%, mentre il Piemonte è al 53,3%. “I dati –ha aggiunto Ravello- descrivono situazioni profondamente diverse. Quindi, confermiamo la posizione che abbiamo assunto in passato sui rifiuti di Napoli e del Lazio. Pertanto, auspicando che anche la Calabria possa potenziare in breve tempo la raccolta differenziata, tengo a precisare che un conto sarebbe l'aiuto in caso di emergenza, ma se l'emergenza è patologica vanno prima risolte le cause. Il Piemonte, quarta regione in Italia per percentuale di raccolta differenziata dopo Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, ha ottenuto questo risultato grazie ad anni di investimenti, impegni degli enti locali e sacrifici dei cittadini e non accettiamo di essere considerati la “discarica d’Italia e pagare i ritardi di altre realtà”.
“Il no a priori del presidente della Regione Piemonte Roberto Cota ad accogliere i rifiuti calabresi testimonia un approccio superficiale e non di merito alla questione –hanno risposto Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente, Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta e Francesco Falcone, presidente di Legambiente Calabria- E’ evidente che le responsabilità di questa situazione siano da ricercare in una politica incapace di gestire nel modo corretto i rifiuti e nel fallimento totale dei commissariamenti che in Calabria sono partiti nel 1997. Ma questo non esclude che altre regioni, con una dotazione impiantista in grado di pretrattare il rifiuto prima dello smaltimento, si dimostrino solidali, per un periodo limitato e nei modi più opportuni, al fine di limitare l’emergenza ambientale e sanitaria in corso. Come Legambiente ribadiamo, come fatto più volte agli enti locali calabresi, che per risolvere in modo strutturale il problema occorre investire nella raccolta differenziata spinta, sull’impiantistica per il riciclaggio, facendo un lavoro sia sulla quantità che sulla qualità della differenziata, e in politiche volte alla riduzione della produzione dei rifiuti a monte per ridurre al minimo i conferimenti agli impianti di smaltimento finali di cui anche la Calabria dovrà dotarsi. Richiamiamo dunque tutte le istituzioni ad un’assunzione di responsabilità e invitiamo il presidente della Regione Piemonte a non farne una questione localistica e da campagna elettorale”.