Puglia, una diffida alle Province frenerà le rinnovabili
Dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 02.04.2014
02 April, 2014
di MASSIMILIANO SCAGLIARINI
BARI - Il segnale politico sarà una richiesta di incontro con il ministero dello Sviluppo economico. Ma quello pratico, e immediato, è una diffida alle Province: nella valutazione ambientale di nuovi impianti a energia rinnovabile si dovrà tenere conto anche di quelli già esistenti, un obbligo già previsto ma spesso ignorato. E che potrebbe limitare l’ulteriore proliferazione di parchi eolici e fotovoltaici.
Oggi la giunta regionale dovrebbe adottare la delibera annunciata domenica dal governatore Nichi Vendola. Un atto dal valore soprattutto politico, visto che sull’energia la competenza programmatoria è in mano allo Stato. Ma, data la necessità di mettere un freno all’ulteriore sviluppo di eolico e fotovoltaico («Non è più il momento di stimolare - aveva detto Vendola -, oggi è il tempo di contenere una crescita divenuta insostenibile), la Regione chiederà alle Province di applicare in maniera più precisa (e soprattutto in modo uniforme) le norme in materia di Via: spesso sul territorio - in particolare a Foggia - non viene effettuata la valutazione degli impatti cumulativi, per cui i nuovi impianti vengono considerati «a sè» e non inseriti in un contesto di già grave sovraffollamento.
Ne consegue, pur se non in maniera esplicita, una sorta di diffida alle Province: siccome le competenze in materia di Via sono in capo alla Regione, la mancata valutazione degli impatti cumulativi (prescritta da una delibera dell’ottobre 2012) potrebbe portare al ritiro della delega alle Province che continueranno a non seguire le norme. In tutti i nuovi provvedimenti di Via che riguardano nuovi impianti a energia rinnovabile, infatti, gli uffici degli enti locali dovranno in sostanza allargare l’esame a tutto quello che già esiste nelle vicinanze dell’area prescelta: eventualmente, dovranno anche dire esplicitamente perché non hanno inteso considerare gli effetti cumulati con gli altri impianti esistenti sul territorio.
La Regione spera, ovviamente, che da un’applicazione più puntuale delle norme ambientali discenda un rallentamento delle nuove installazioni: una volta ottenuta la Via, infatti, l’autorizzazione unica (di competenza regionale) è un problema secondario. Questo perché la Puglia, nel 2012, è arrivata a coprire con le rinnovabili il 45% del proprio fabbisogno energetico: «L’Europa - aveva spiegato Vendola - ci chiede di produrre il 20% di energia rinnovabile entro il 2020, ma noi abbiamo doppiato l’obiettivo 8 anni prima del termine con enormi costi per il territorio». Uno dei tanti effetti è che la rete di trasmissione elettrica ha raggiunto la saturazione: in 49 Comuni pugliesi, quasi tutti localizzati nel Foggiano, la produzione supera il consumo tanto che molto spesso gli impianti eolici devono essere fermati, anche se lo Stato è costretto a pagare ugualmente i ricchi incentivi previsti per le rinnovabili.