Il ministro dell'Ambiente Galletti alla Camera: "Queste le nostre priorità"
Gian Luca Galletti in commissione Ambiente alla Camera per presentare le linee programmatiche del dicastero. Sui rifiuti l'iniziativa del governo Renzi darà priorità a "prevenzione, riciclo e riuso" e porterà alla "revisione della tassa rifiuti" con meccanismi tariffari proporzionali
01 April, 2014
"L’Italia è la più felice combinazione tra natura, cultura, intelligenze. E non può riprendere a crescere se non ripartendo da questa sua unica forma identitaria, di cui l’Ambiente è il tratto più originale. Siamo profondamente convinti che uno dei caratteri distintivi del governo presieduto da Matteo Renzi sarà la strategia per il ripristino e la valorizzazione degli asset naturali e ambientali. In un ministero che non dovrà solo gestire emergenze ma progettare un futuro sostenibile per l’Italia e per i nostri giovani". Questa la conclusione della lunga relazione del neo Ministro Gian Luca Galletti audito alla Commissione Ambiente della Camera.
Riportiamo di seguito i tratti salienti della relazione, che è possibile scaricare integralmente a questo link.
RIFIUTI
I punti salienti dell’iniziativa del Governo sui rifiuti dovrebbero riguardare:
a) la revisione della tassa sui rifiuti, nella logica di introdurre elementi di certezza e proporzione tariffaria che oggi nel sistema normativo Tarsu, TIA e Tares, per come si è venuto configurando, non appare garantito;
b) l’adeguamento del sistema di riscossione;
c) la definizione di piani condizionati di rinegoziazione e rientro del debito, come è successo in materia sanitaria, con il sostegno e l’assistenza della Cassa Depositi e Prestiti, per l’eventuale anticipazione dei flussi futuri accertati;
d) lo studio di forme di prelazione nel pagamento dei debiti della P.A. verso le imprese che operano nei servizi essenziali che, come nel caso della gestione dei rifiuti, impattano con la salute dei cittadini.
Per quanto attiene i due ultimi punti, stiamo già studiando, anche in collaborazione con il Ministero dell’interno e la Cassa Depositi e Prestiti, adeguate modalità di rientro del debito e di recupero dei crediti, garantendo attraverso i comuni le anticipazioni finanziarie necessarie ad assicurare la continuità e la qualità del servizio.
L’altra opzione strategica sulla quale agire è costituita dalla prevenzione, il riciclo e il riuso.
Il Programma di prevenzione adottato dal Ministero è solo il punto di partenza di una complessa attività di implementazione delle misure che possono favorire la minore produzione di rifiuti.
Per favorire il riciclo e il recupero, è mia intenzione favorire e promuovere le attività imprenditoriali che riutilizzano dei beni di consumo –e con ciò intendo l’industria del recupero, i negozi dell’usato e dello scambio– e residui di produzione, allo scopo di ridurre al minimo l'utilizzo di nuove risorse naturali.
Occorrerà in prospettiva abbandonare, o comunque ridurre al minimo, l’uso delle discariche per passare da una società dello smaltimento a una società del recupero. L’industria del riciclo va promossa con programmi di acquisti verdi da parte della pubbliche amministrazioni, sostenendo la ricerca applicata e l’innovazione, e rivedendo, se necessario, gli accordi con i Consorzi per il riciclaggio degli imballaggi.
ENERGIA
E’ ben noto che, negli ultimi anni, lo sforzo maggiore delle politiche verdi, almeno da un punto di vista finanziario, si è concentrato sulla produzione elettrica da rinnovabili.
Due semplici dati riassumono i fatti:
- il peso delle rinnovabili sui consumi finali di elettricità è di circa il 30%, un livello che sino a poco tempo fa si sperava di raggiungere solo al 2020.
- ragionando in termini finanziari, in seguito alla massiccia espansione del fotovoltaico, il valore complessivo dei vari sistemi di incentivazione messi in piedi per le rinnovabili elettriche ha raggiunto un costo superiore ai 10 miliardi di euro/anno che, a regime, si ritiene arriveranno a 12,5 miliardi/anno.
Decisamente meno esplosiva è stata invece la crescita delle altre “leve verdi” necessarie a centrare i target: quella delle rinnovabili termiche, dei trasporti e quella dell’efficienza energetica. Su questi fronti ci attendiamo nei prossimi anni un sensibile progresso.
Quindi, da un punto di vista strategico, la strada da seguire è chiara: spingere sull’efficienza energetica, favorire lo sviluppo delle rinnovabili termiche e accompagnare la crescita delle rinnovabili elettriche bilanciando il mix delle fonti.
Gli strumenti messi in campo, tuttavia, dovranno rivelarsi efficaci ed efficienti.
L’efficacia consisterà nella reale capacità di “coprire” al meglio tutti i settori: dagli interventi effettuati dalle famiglie, a quelli nell’industria, a quelli portati avanti dalla pubblica amministrazione. Questi ultimi due comparti rappresentano una “sfida nella sfida” per la loro complessità.
L’efficienza starà invece nelle modalità di gestione a fronte dei margini ristretti che oggi offre il finanziamento pubblico: come è ben noto, lo spazio è oggettivamente poco sia che si ragioni sulla fiscalità generale (cioè sul bilancio pubblico) sia che si ragioni in termini di oneri da scaricare sulle bollette.
Ciò premesso, è bene ricordare che recentemente sono state mosse leve importanti per andare nella direzione auspicata: nei mesi a venire queste stesse leve dovranno essere fatte funzionare al meglio.
Per quanto attiene, in particolare, alle energie rinnovabili elettriche e, più nello specifico, al fotovoltaico, con il Quinto conto energia si è provveduto a rendere maggiormente mirata l’incentivazione. La norma limitava il perimetro degli impianti ammessi al beneficio e riconosceva tariffe più alte agli impianti virtuosi. Da un punto di vista finanziario, rimodulava e riduceva gli incentivi fissando un tetto di spesa massima.
Questa fase è tuttavia terminata: il limite di spesa complessiva è stato infatti raggiunto e ci troviamo ora a gestire un nuovo passaggio indubbiamente delicato.
Pochi numeri rendono l’idea: secondo stime prudenti il settore conta 18.000 occupati, con un indotto di 100.000 lavoratori ed un patrimonio di potenza installata di 15.000 MW di picco, parti al 6% del fabbisogno nazionale di energia elettrica.
Servono dunque, oggi, interventi e norme che agevolino il mantenimento del mercato fotovoltaico: in questa direzione è importante aver incluso, con la legge di stabilità 2014, il fotovoltaico nella detrazione fiscale del 50% per le ristrutturazioni degli edifici.
In prospettiva, sono da menzionare le seguenti azioni che dovranno essere poste in essere:
- semplificazione della connessione in rete del fotovoltaico; si presentano adempimenti di tipo tecnico-burocratico che appesantiscono i costi d’investimento del settore: l’obiettivo è fare in modo che alla riduzione dei costi della tecnologia si aggiunga una riduzione dei costi indiretti;
- semplificazione delle autorizzazioni degli impianti a fonti rinnovabili: ci sono le linee guida da migliorare con il contributo del Ministero per i beni culturali e delle Sovraintendenze. Si dovranno anche snellire l’autorizzazione con l’adozione dell’AUA – autorizzazione unica ambientale. In questa fase è necessario mettere a punto normative semplici e dare tempi certi di autorizzazione migliorando i sistemi di controllo per mantenere un giusto livello di guardia sugli impatti e il danno all’ambiente;
- revisione del meccanismo di “scambio sul posto” in modo da semplificarne le procedure e ampliarne l’applicazione;
- riconoscimento di un “premio programmabilità” con azioni evolute di forecasting oppure azioni di accumulo dell’energia;
- mantenimento degli incentivi solo verso le nuove tecnologie (es.: solare a concentrazione, soluzioni architettoniche valide per l’integrazione anche in edifici e dimore storiche, ecc.)