L’artista che ridà vita agli alberi
Un giardiniere utilizza le piante cadute ma ancora in vita: nascono tavoli e oggetti profumati “Durante la potatura o il taglio si recupera materiale la cui forma è già perfetta per le mie opere” - da La Stampa del 09.04.2014
09 April, 2014
Di Antonella Mariotti
Come si fa a raccontare un’essenza o un profumo? Ti aggiri tra tavoli e cesti, ti sposti verso una enorme «fetta» di albero e avvicini furtivamente il naso, perchè annusare non pare proprio un gesto elegante. Ma tutta l’esposizione «Per fare un tavolo» di via Mantova 27 è inondata di profumo ed è quasi un obbligo cercarne la fonte. L’artista? È un giardiniere. Massimo Villa, 62 anni, è uno di quei giardinieri «di lusso», che trasformano il verde di una villa in un’opera d’arte della natura.
Dall’aiuola
Uno di quei personaggi che mentre danno vita a un’aiuola pensano a chi le passerà vicino, e per questo le regalano una storia. Adesso Villa, artista della natura, crea, perché di creazioni si tratta. Oggetti e tavoli che nascono da ciò che trova abbandonato nei giardini: alberi caduti ma ancora interi, i cosiddetti «morti in piedi». Racconta delle sue opere con modestia e semplicità: «Le forme in realtà le trovi in quello che raccogli - spiega -. Durante la potatura o il taglio si recupera materiale che è già perfetto per certi oggetti». Così nascono i tavoli con il piano di profumatissimo cedro, aroma che rimane per sempre nella casa che ospita il tavolo . Ma anche le bottiglie dall’«avanzo» proprio di quel tavolo.
La materia
Tra i tavoli in esposizione ce ne sono alcuni di dimensioni ridotte con materiali diversi, come la «pietra serena» oppure una resina speciale colorata. Su uno di quelli già apparecchiati, ad esempio, le tovagliette sono indelebilmente dipinte con una malta speciale.
I tavoli esposti sono sedici, tutti «fatti a mano». Come Annarè, ispirato all’architetto paesaggista Anna Regge, che è quello più grande: un metro e mezzo per una lunghezza che è più del doppio. Altri tavoli sono invece in un compensato rivestito con uno strato di coccio che imita materiali più preziosi.
Il legno è del tutto «nudo», pur con aggiunte minime di metallo, perchè «se fosse tutto legno - dice Massimo Villa - farebbe tavernetta». E poi, per continuare una storia, c’è anche tessuto, intrecci, inserti di malte speciali, vetro o pietra. Così il colletto di quel platano diventa poltrona, l’acero diventa panca, il cedro tavolo e il noce scrivania. Villa ha lavorato per grandi firme e quella fetta di cedro che troverete a sinistra è l’«avanzo» di alcuni tavoli realizzati per i negozi Dodo di Pomellato. In un angolo c’è Slice, un tavolo da salotto realizzato con «fette» di albero che nella versione in vendita è «naturalmente» appoggiato a terra.
Il tempo e le piante
Ogni albero - spiega Villa - è una specie di sentinella, perché ascolta le storie e ne ha molte da raccontare ad ogni cerchio. Storie che diventano anche cesti intrecciati dai rami. Ancora Villa: «Terremo un corso per imparare a intrecciare - racconta divertito - perché ci siamo resi conto di quanto entusiasmo scatena. E poi siamo anche pronti per l’orto allegro». Allegro? «Certo: non ci avete mai pensato che passeggiando tra i filari di pomodori potrebbe essere bello raccogliere un fiore? Ecco, io vorrei insegnare a realizzare un orto di questo genere. Di questi tempi la gente vuole tornare alla terra, forse perché non c’è più sicurezza, ma non ci si deve negare la bellezza anche quando si semina e si zappa».
L’atelier «Giardini Villa» rimane aperto fino a sabato, l’ambiente è di Paolo Albertelli maestro del ferro, che ha deciso di creare in via Mantova una esposizione quasi permanente di opere di ferro, legno e pietra come quelle di Giacinto Minasso: una sorta di incontro tra gli elementi che compongono lo spettacolo della natura.
Twitter @lamariotts