Palermo sotto inchiesta per smog: città a confronto, tra Pm10 e provvedimenti contro
Gli sforamenti del Pm10 sono una ventina dall'inizio del 2014 e la Procura di Palermo apre un'inchiesta, mentre è ancora in corso il processo per smog all'amministrazione precedente, accusata di non aver fatto abbastanza, nonostante anni di targhe alterne. Palermo è l'unica ad essere sotto accusa per smog: un confronto tra Pm10 e provvedimenti nelle altre città italiane
08 April, 2014
L’aria, a Palermo, non è buona: e la notizia non è questa. Da anni Legambiente denuncia i ripetuti sforamenti delle polveri sottili in città, a cui si aggiungono le emissioni industriali, benzene in testa. In questo primo trimestre del 2014 il Pm10 ha superato i limiti una ventina di volte, con buone possibilità di esaurire il bonus dei 35 giorni oltre le soglie entro la fine dell'anno (anche se l'anno scorso non è accaduto).
La notizia è che la Procura di Palermo ha deciso di aprire un'inchiesta per smog. Nessun accusato questa volta, (ricordiamo che per l'ex sindaco Cammarata e alcuni suoi collaboratori, invece, il giudizio d'appello nel processo per smog è ancora in corso) l'indagine è conoscitiva. Le concentrazioni di inquinanti sono troppo alte e la Procura vuole stabilire cause e responsabilità. Un atto "d'ufficio" ma che d'ufficio non ha proprio nulla nel panorama nazionale. Palermo è l'unica città italiana sotto accusa, pur non rientrando nemmeno fra i primi 35 capoluoghi più inquinati d'Italia, stando ai dati di Legambiente relativi al 2013. (Rapporto Mal'Aria 2014). Lo scorso anno infatti, la città è perfino rimasta al di sotto dei limiti di legge europei. Ma cosa succede allora?
Come è giusto che sia, la Procura non lavora sul confronto tra città: se i dati Arpa - tra l'altro al momento fuori uso sul sito dell'agenzia regionale siciliana - parlano di superamenti dannosi per la salute, per quanto riguarda polveri sottili, benzene e biossido d'azoto, è di massima importanza accertarne le cause e soprattutto valutare se si stia intraprendendo la via giusta per contenere e possibilmente risolvere il problema.
MA proprio per questo colpisce, a maggior ragione, il confronto con le altre città italiane: la serietà della situazione non è affatto direttamente proporzionale alla "serietà" con cui l'argomento viene trattato a livello giudiziario. Durante il processo per smog del 2011 per l'ex sindaco Cammarata vennero chiesti 2 anni e dieci mesi di carcere per non aver intrapreso provvedimenti efficaci a contenere il problema dell'inquinamento atmosferico. Il sindaco in realtà aveva applicato le targhe alterne ininterrottamente per anni: forse non sono in molti a saperlo, ma Palermo è l'unica città italiana in cui il provvedimento targhe alterne è in vigore costantemente. La circolazione è alternata per gli Euro 0,1,2,3, dalle 9 alle 13 e dalle ore 15 alle 20, dal lunedì al venerdì: nei giorni pari circolano le pari e nei dispari le dispari. (Scarica l'ordinanza). Una misura ritenuta però non sufficientemente efficace per contenere l'inquinamento da traffico.
Inevitabile a questo punto domandarsi cosa stiano facendo le altre città italiane contro lo smog, avendo a che fare con livelli di polveri ben più alte di Palermo ma nessuna indagine della Procura a sorvegliare. Vi proponiamo allora una breve panoramica delle altre grandi città italiane, per avere un confronto tra sforamenti e misure applicate. (Dati: Mal'aria 2014 - Legambiente)
Milano nel 2013 ha sforato 81 volte. Il limite per il 2014 è già stato superato da settimane. L'accordo provinciale per la qualità dell'aria prevede che dopo 10 giorni di superamenti consecutivi in tutte le centraline della Provincia scatti il blocco dei diesel Euro 3, che viene interrotto solo dopo il terzo giorno di fila di valori entro i limiti. Il provvedimento è stato applicato però a fasi alterne: pioggia e concomitanza con scioperi del trasporto pubblico hanno portato più volte a revocarlo all'ultimo momento. Le domeniche a piedi, che fino al 2012 avevano chiuso la città al traffico durante diversi appuntamenti messi in calendario già a inizio anno sono state sospese nel 2013, a causa della mancanza di fondi. Su un piano leggermente diverso ma pur sempre legato al tema riduzione dell'inquinamento, anche l'estensione dello storico provvedimento Area C è stata rimandata a data da destinarsi, nonostante il risultato dei referendum.
Napoli: i problemi di congestione del traffico cittadino sono noti, nonché i guai con il TPL rimasto senza fondi e letteralmente a piedi, ma la Città sta dando prova di saper cambiare strada. Fra pedonalizzazioni (costate molto care a causa delle proteste) e ampliamento della metropolitana, si è rimessa in marcia, adottando anche una serie di provvedimenti emergenziali anti smog leggeri ma continuativi, (si veda qui), tra blocchi del traffico, targhe alterne e domeniche ecologiche. Tuttavia, le polveri rimangono sorprendentemente alte: 120 superamenti nel 2013, il risultato più alto mai raggiunto dalla città.
Roma: ancora fuori legge ma in netto miglioramento: nel 2013 si è fermata a 41 superamenti, a colpi di targhe alterne - fortemente contestate - pedonalizzazione dei Fori - altrettanto criticata - e i consueti blocchi emergenziali nella fascia verde, annunciati anche la mattina stessa dell'entrata in vigore ma limitati ai veicoli più inquinanti: autoveicoli a benzina "euro 0", "euro 1"; autoveicoli diesel "euro 0", "euro 1" e "euro 2"; motoveicoli e ciclomotori a due, tre, quattro ruote a 2 e 4 tempi “euro 0” e "euro 1"; microcar diesel "euro 0" e "euro 1.
Torino ha passato il limite annuo di quasi quattro volte: con 126 superamenti del Pm10. Anche per il 2014 il bonus di sforamenti è già esaurito. Nessuna misura anti smog applicata e nessuna in vista. L'amministrazione comunale non crede nei provvedimenti emergenziali e sostiene invece il suo impegno sul fronte strutturale: teleriscaldamento, bike sharing, car sharing. Si discute da tempo di un possibile road pricing, per ora mai applicato.
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