Chiamparino vuole una “metropolitana” per tutta la regione
Tra le ipotesi c’è anche l’aumento del biglietto singolo per garantire sconti a chi ha l’abbonamento a treni e bus. Da La Repubblica del 07.05.2014
07 May, 2014
Di Diego Longhin
NON solo alta velocità e Torino Lione alla voce “trasporti” nel manifesto di Sergio Chiamparino. Il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione, che sabato partirà alla volta di Pordenone per l’adunata nazionale degli Alpini, vuole imprimere una svolta al trasporto pubblico locale, immaginando a livello piemontese un sistema simile al servizio ferroviario nato nel torinese. «Una grande metropolitana regionale — spiega — che colleghi tutte le province del Piemonte in maniera rapida ed efficiente con il nodo e il sistema ferroviario metropolitano di Torino che funziona, come dimostra l’incremento del 20 per cento di
passeggeri».
Miele per le orecchie di Sel, rappresentato al tavolo della coalizione da Marco Grimaldi, che vorrebbe vedere i futuri “amministratori” del Piemonte non girare più sulle auto di servizio, ma su metro, bus e treni. Chiamparino ieri ha raccontato il suo programma insieme ai vertici dei partiti della coalizione, Pd, Moderati, Scelta Civica, Lista Chiamparino, Italia dei Valori e Sel. Il candidato ha ben presente il problema dei costi dei servizi di trasporto, del taglio delle risorse pubbliche: nel manifesto spunta lo strumento delle gare per aggiudicare le tratte ferroviarie, gare che erano state cancellate dalla giunta Cota. E poi Chiamparino fa l’esempio di Bruxelles, città dove vive il figlio e che conosce bene: «A Bruxelles, come in molte altre città, il biglietto della corsa singola costa di più, supera i 2 euro, mentre la spesa per gli abbonamenti è bassa. Un modello che si può applicare anche in Piemonte: far pagare di più l’utente occasionale, aumentando il costo dei biglietti singoli, meno invece chi usa i mezzi per andare a lavorare o per ragioni di studio».
Tra i nuovi impegni che compaiono nel manifesto c’è il progetto di creare «ufficio per il controllo legalità», proposta che parte dalla necessità di ridare «dignità e credibilità alla Regione » dopo l’esperienza Cota e centrodestra. Non sarà una delega o un assessorato, come aveva prospettato proprio il governatore uscente del Carroccio all’inizio del suo mandato, ma «un organo composto da figure esterne all’ente, sul modello dei comitati Audit delle aziende private, che riferisce esclusivamente al presidente della Regione, che non interferisce direttamente nell’iter legislativo o amministrativo». Un ufficio che dovrebbe lanciare allarmi alla presidenza e alla giunta per prevenire la corruzione, garantire maggiore trasparenza, migliorare l’uso dei soldi pubblici: «Non ho ancora pensato bene chi potrebbe guidarlo — sottolinea Chiamparino — potrei avere in mente dei nomi, ma non voglio farli per non comprometterli nella campagna elettorale. Non penso a magistrati, ma a esperti di tematiche di procedure pubbliche-private».
Quello della legalità e della trasparenza è un tema sentito dai partiti, in particolare Pd, che con il segretario Davide Gariglio spera che si inauguri una «stagione nuova anche nelle nomine nelle partecipate» e per i Moderati che «nel 2013 hanno rinunciato ai rimborsi elettorali», dice la coordinatrice torinese Carlotta Salerno. E Chiamparino ha fatto della «dignità e della credibilità» il leit motiv della sua campagna. «Ci muoveremo in sintonia con il premier Renzi, che ha istituito un’autorità apposita, ma non faremo un copia e incolla».