Boeri: i problemi di EXPO perché non c'è chiarezza sul "dopo". Pensiamo ad un EXPO 2.0
"Lanciamo un EXPO 2.0, ossia pensiamo a cosa sarà Milano dopo quei 6 mesi. Siamo ancora in tempo per farlo". E' il messaggio che ha lanciato Stefano Boeri, ex assessore ed ex delegato del Comune di Milano ad EXPO, al Wired Next Festival ai Giardini Montanelli di Milano, nel dibattito con il Commissario Sala
15 May, 2014
di Stefano D'Adda
"Lanciamo un EXPO 2.0, ossia pensiamo a cosa sarà Milano dopo quei 6 mesi. Siamo ancora in tempo per farlo". E' il messaggio che ha lanciato Stefano Boeri, ex assessore ed ex delegato del Comune di Milano ad EXPO, al Wired Next Festival ai Giardini Montanelli di Milano. Presente il Commissario EXPO Giuseppe Sala. Secondo Boeri i gravi problemi che la preparazione dell'evento sta vivendo sono riconducibili al non avere ancora fatto chiarezza su "cosa vogliamo fare di EXPO, dopo EXPO".
Boeri spera e si appella alle energie italiane disponibili per fare sì che EXPO non chiuda col 30 novembre 2015, ma abbia un seguito per Milano e per l'Italia, perché il tema è troppo importante ed investimenti così grandi come quelli delle Esposizioni Universali non possono esaurirsi nei 6 mesi classici dell'EXPO. "E' un problema di tutti gli EXPO contemporanei, che hanno avuto anche Saragozza, Hannover e persino Shangai, dove l'esposizione è stata imponente".
Giuseppe Sala ha ammesso che, purtroppo, progetti importanti collegati all'EXPO come la rete delle cascine milanesi, il parco agroalimentare e l'idea stessa di un EXPO "diffusa" sul territorio, sono un po' rimasti al palo. "Ma chi fa cosa?" ha aggiunto Sala, sostenendo che di molti progetti tanti abbiano teorizzato, ma siano mancate iniziative dirette, risorse e persone che dovevano andare oltre le buone intenzioni.